Russia, condannato Alexei Navalny: per lui 2 anni e mezzo di reclusione
Era previsto per la giornata di oggi 2 febbraio 2021 il processo ad Alexei Navalny, il principale oppositore politico di Putin in Russia che era stato avvelenato il 20 agosto del 2020. Per lui sono stati confermati 2 anni e mezzo di prigione per aver violato le condizioni sulla libertà condizionale in seguito a una condanna del 2014. Il dissidente è stato infatti per diversi mesi in Germania in seguito all'avvelenamento ordito dai servizi segreti russi. Si è salvato grazie all'atterraggio di emergenza dell'aereo sul quale si trovava e grazie alle cure che ha ricevuto nel paese europeo, dal quale poi ha deciso di rientrare. Appena arrivato in Russia, Navalny è stato arrestato e il suo fermo aveva scatenato proteste violentissime nelle maggiori città russe.
Nella giornata di oggi, per lui sono stati chiesti 3 anni e mezzo di carcere, poi ridotti a 2 anni e mezzo. Il verdetto non era atteso per oggi e non erano previste in aula le telecamere. All'improvviso, però, l'aula è stata invasa da giornalisti che filmavano. Si tratta di media pro-Cremlino che avrebbero riportato la notizia nei maggiori notiziari nazionali. Putin, invece, non era presente al processo, ma ha organizzato un incontro con gli insegnanti. Probabile che l'incontro sia stato organizzato anche in seguito alla parte attiva presa dagli studenti nelle proteste organizzate contro il governo per la libertà di Navalny sul social TikTok. Aveva fatto scalpore, infatti, la serie di arresti in piazza ai danni di ragazzini: il più piccolo aveva 12 anni ed era in piazza con il suo zainetto in spalla.
Durante tutto il processo, Navalny si è dimostrato sorridente e ha continuato a comunicare a gesti con la moglie tramite la parete in plexiglass. L'ingresso in sala di alcuni giornalisti è stato l'allarme che ha fatto pensare a una condanna che sarebbe stata emessa a breve: fino a quel momento, infatti, le riprese erano state severamente vietate.
Perché è stato condannato
L'ufficiale motivo dell'arresto di Navalny all'aeroporto è stata la violazione di una condanna emessa nel 2014 per appropriazione indebita. L'uomo era stato infatti condannato agli arresti domiciliari e secondo l'accusa, avrebbe violato i termini della condanna trascorrendo 5 mesi in Germania. "Come avrei potuto dire dove mi trovavo se ero in coma?" ha chiesto Navalny durante il processo. Durante la seduta, ha accusato Putin di aver provato ad avvelenarlo tramite i suoi servizi segreti.
Nel 2014 Navalny, insieme a suo fratello, era stato coinvolti in un processo per un caso di "appropriazione indebita" nei confronti della casa cosmetica francese Yves Rocher ed era successivamente stato condannato agli arresti domiciliari e a 5 anni di libertà condizionata. I due erano stati accusati perché, secondo l'accusa, avrebbero frodato due aziende francesi per una somma pari a 30 milioni di rubli.
Il ritorno in patria dopo l'avvelenamento
Navalny, che in realtà ha svelato con le sue inchieste più casi di corruzione, compreso quello del "palazzo di Putin" che su YouTube ha registrato milioni di nuove visualizzazioni dopo le proteste di piazza, ha deciso di tornare in patria dalla Germania perché sarebbe stato "più credibile come oppositore politico dall'interno del Paese". Questo è quanto hanno rivelato i suoi collaboratori più stretti, che pure gli avevano sconsigliato il rientro dopo che l'inchiesta di Bellingcat aveva provato il coinvolgimento dei servizi segreti nel tentativo di avvelenamento che lo aveva portato al coma.