Russia attacca città ucraine di Kypyansk e Nikopol: “Danneggiate linee trasmissione elettrica”
L'Ucraina ha annunciato di essere pronta a portare avanti la controffensiva nella guerra con la Russia con o senza i caccia F-16 promessi dall'Occidente. A confermarlo è stato proprio il presidente Zelensky, che in un'intervista con i rappresentanti dei media finlandesi, svedesi, danesi e norvegesi ha sottolineato che la controffensiva inizierà entro il 15 maggio per non lasciare a Mosca il controllo del cielo in una situazione precaria per "gli equilibri" nel conflitto.
Dopo l'annuncio e i droni sulla Crimea di ieri, sabato 29 aprile, la Russia avrebbe risposto con il fuoco sulla città di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, in Ucraina orientale. Secondo quanto rende noto il capo dell'amministrazione militare regionale Sergi Lysak citato da Ukrinform, la città è stata colpita nella notte dall'artiglieria nemica. La popolazione sarebbe rimasta illesa, ma diverse abitazioni sarebbero rimaste danneggiate e l'attacco ha colpito una linea di trasmissione elettrica.
Nella mattinata di oggi (intorno alle 6.45) l'esercito russo ha bombardato anche la città di Kypyansk, nella regione di Kharkiv, in Ucraina orientale. A riferirlo, il governatore Oleg Syniehubov. "Sono scoppiati degli incendi dopo le esplosioni. Ci sono danneggiamenti ma nessuna vittima", ha sottolineato.
Sotto il fuoco delle truppe russe anche alcuni posti di comando e osservazione vicini a Kherson. Gli artiglieri russi avrebbero distrutto un posto di comando e osservazione per i droni, nonché un deposito di munizioni e attrezzature.
Il gruppo Wagner: "Un chilometro e mezzo per prendere Bakhmut"
Il gruppo militare privato Wagner sarebbe "vicino alla conquista di Bakhmut". Circa un chilometro e mezzo di area urbana, secondo quanto riportato dall'agenzia russa Ria Novosti. "La linea del fronte si sta avvicinando sempre di più (alla periferia occidentale della città). I militari ucraini sono a un chilometro e mezzo". I militari di Kiev controllerebbero per ora l'edificio dell'istituto medico, sul punto più alto di Bakhmut, mentre continuano a difendere l'unica strada di uscita dalla città.