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Guerra in Ucraina

Russia, 13enne russa fa disegno contro la guerra in Ucraina: il padre condannato a 2 anni di carcere

Alexei Moskalev è stato condannato a due anni di carcere con l’accusa di aver criticato la cosiddetta “operazione militare speciale” di Putin.
A cura di Davide Falcioni
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Masha e il padre Alexey Moskalev
Masha e il padre Alexey Moskalev
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Una bambina e una donna vestita di giallo che tende una mano vesso due missili provenienti dalla Russia e diretti in Ucraina. È il disegno realizzato da Masha, una bimba russa il cui papà è stato condannato a due anni di carcere con l'accusa di aver criticato la cosiddetta "operazione militare speciale" di Putin.

Alexei Moskalev, questo il nome dell'uomo di 54 anni, è stato giudicato colpevole di aver "screditato" l'esercito russo sui social. A raccontare la storia è stato Vladimir Bilienko, avvocato dell'ong Ovd-Info che rappresenta gli interessi dell'imputato, dopo un processo lampo emblematico della repressione rivolta a chi critica l'offensiva in Ucraina. Il tribunale ha riferito che l'uomo è latitante.

La condanna è stata emessa dal tribunale interdistrettuale di Efremov, nella regione russa di Tula, scrive OVD-Info sul suo sito web. Moskalev non era presente all'annuncio della sentenza e al momento non si sa dove si trovi. Alexei è il padre di Masha, una studentessa di prima media che nell'aprile 2022 realizzò un disegno contro la guerra a scuola, dopo che l'insegnante aveva chiesto agli studenti di disegnare immagini a sostegno delle truppe di Mosca in Ucraina.

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In questi mesi, padre e figlia hanno subito una dura repressione tra arresti, interrogatori e violenze. Alla fine di dicembre 2022, è stato aperto un procedimento penale contro Moskalev, così lui e la figlia hanno lasciato Efremov per la loro sicurezza. Ma dopo qualche mese, si è saputo che la polizia stava cercando il padre: il 1 marzo, Alexei è stato arrestato, e il giorno successivo è stato posto ai domiciliari. Da quel giorno, Masha è stata invece condotta in un centro di ‘riabilitazione' per minori, dove non le è stato permesso di comunicare con suo padre e con i visitatori.

Il 28 marzo, i dipendenti del centro hanno fatto entrare l'avvocato Bilienko, e gli hanno consegnato disegni e una lettera di Masha a suo padre: "Papà, sei il mio eroe", ha scritto Masha alla fine della lettera. L'ong Memorial ha riconosciuto Alexei Moskalev come prigioniero politico.

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