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Romanzo elettorale: Silvio non vara le liste prima della sentenza. La grana di Matteo si chiama Picierno

Il giorno più lungo per Berlusconi, ma la decisione del Tribunale potrebbe slittare. Intanto, Michele Emiliano si sfila dalla competizione elettorale e per Pina Picierno sono guai seri. Il Pd in subbuglio: “Ora vediamo come raccoglie le preferenze”.
A cura di Carlo Tarallo
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Il giorno più lungo (l’ennesimo) per Silvio, ma neanche Matteo se la passa tanto bene. Le elezioni europee del prossimo 25 maggio si avvicinano e per Berlusconi e Renzi, ciascuno a modo suo, quella di oggi non è una bella giornata. Una serie incredibile di incroci, intoppi, proteste, polemiche, attese: tutto concentrato in poche ore. Vediamo perché.

Berlusconi e la sentenza – Silvio Berlusconi attende ad Arcore la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano. I giornali di oggi, in sostanza, confermano quanto anticipato ieri da fanpage: nella cerchia più vicina a Silvio c’è una divisione netta dal punto di vista dei pronostici. Tra gli esperti di diritto prevale l’ottimismo: i giudici non dovrebbero discostarsi troppo dalle anticipazioni di Avvenire, concedendo all’ex premier l’affidamento in prova ai servizi sociali. Una pena alternativa al carcere che consisterebbe nell’assistenza agli anziani disabili, presso una struttura della Brianza, presso la quale il Cav. dovrebbe recarsi una volta a settimana. Una soluzione che garantirebbe a Berlusconi una decente “agibilità politica”, nonostante i divieti e le restrizioni.

L’incubo del Caimano: decisione rinviata – L’ex premier però non si fida, teme la mannaia dei domiciliari e tocca ferro. L’incubo è un’attesa prolungata ancora, di 4/5 giorni, che porterebbe la ufficializzazione della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano a coincidere più o meno con l’ultima data utile per la presentazione delle liste per le Europee: il prossimo 16 aprile. E se si calcola che Berlusconi attende di conoscere il suo destino prima di dare l’ok alle liste stesse, è lampante quanto sia difficoltoso sciogliere gli ultimi nodi. Ma se Forza Italia aspetta e spera, dalle parti del Pd ci si trova già a fronteggiare le prime spine.

Emiliano che va, campana che viene – Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha infatti mantenuto la promessa: salvo clamorosi colpi di scena si ritira dalla competizione elettorale europea. Il timore di un “flop” che ne riduca le chance di candidatura alle prossime regionali in Puglia, insieme allo “smacco” di essere stato scavalcato da Pina Picierno, capolista al Sud del Pd, sembra essere stato più forte del dilemma: come restare un anno senza fare politica? Se tornasse in magistratura, una volta eletto il suo successore alle amministrative 2014, dovrebbe dimettersi da segretario regionale del Pd. Ma in Italia, si sa, per un magistrato “fare politica”, nel senso lato del termine (interviste, interventi, apparizioni tv) non è poi così difficile. Quindi, Emiliano molla (per la gioia anche di Raffaele Fitto) e la patata bollente ora è tutta nelle mani di Pina Picierno.

E ora chi porta i voti alla bella capolista? – La capolista della circoscrizione Sud è da ieri al centro di un vortice di commenti malignissimi, ovviamente tutti provenienti dall’ambiente piddino. Mentre Beppe Grillo la attacca platealmente, infatti, non si trova chi la difenda. “Ha voluto la bicicletta? E ora via a pedalare!”: questo il commento più benevolo registrato tra i compagni di partito, trasversale a correnti e correntine. La Picierno, infatti, per la prima volta in vita sua si troverà a dover raccogliere le preferenze, una per una: e dovranno essere almeno 100mila per non far gridare al superflop. Centomila? E come ci arriva? Semplice: sfruttando il “traino” dei “boss delle preferenze” che dovrebbero accollarsi il compito di “portare” la Picierno, in un gioco incrociato di alleanze. Ok: ma chi?

“Mi dai una mano?” “Stai serena, Pina!” – Voci attendibilissime raccontano di una Pina preoccupata, anzi preoccupatissima, che da stamattina sta mettendo a dura prova la resistenza del suo cellulare. “Me la dai una mano, vero?” “Stai serena, Pina!”. Poi, chiusa la telefonata, immancabilmente l’interlocutore della capolista compone altri numeri, compreso quello di cronisti in cerca di spunti: “Mi ha chiamato la Picierno, mi ha chiesto una mano: le ho risposto certo, come no! Ma stavolta dovrà vedersela da sola”. Ma come!

Tanta acrimonia verso la leggiadra capolista? E perché mai? “Emiliano l’ha puntata direttamente – racconta un addetto ai lavori – e già questa è una bella grana. Poi, c’è chi ha interpretato l’attacco di Roberto Saviano al Pd e ad Andrea Cozzolino come un endorsement per la Pina, considerata da sempre vicinissima allo stesso Saviano. E le interviste di questa mattina non hanno certo migliorato la situazione”. E allora? “E allora la Picierno non si sa chi se la accolla”. Ferrandino? Caputo?

“Renzi dovrà imporre il sostegno alla Picierno, altrimenti sono guai” – Il sindaco di Ischia, candidato dei renziani partenopei, in realtà ha già il suo bel da fare: la conta incombe, e la componente si pesa sui suoi voti. La votate? “Non lo so” risponde uno dei leader della corrente che candida Ferrandino, impegnatissimo a sfruttare l’occasione per trattare le eventuali contropartite. Mentre anche tra i fedelissimi di Nicola Caputo, dopo la paura di ieri con la esclusione sfiorata, non si registra troppo entusiasmo. Anzi: qualcuno ricorda i risultati delle parlamentarie nel casertano. E quindi?

E quindi, la soluzione la indica un dirigente del partito: “Renzi chiamerà a uno a uno i candidati e imporrà di dare una mano alla Picierno. A quel punto, tutti dovranno partecipare alla colletta, e lei prenderà le preferenze che deve prendere. Ma il rischio di un flop c’è”.

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