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Rivolta in Libia: l’Onu emette sanzioni contro Gheddafi

Dall’Onu arrivano le sanzioni contro Muammar Gheddafi, colpevole di aver ordinato la violenta repressione sui manifestanti in Libia.
A cura di Fernanda Pica
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l'Onu contro il regime in Libia

Dopo le sanzioni imposte da Barack Obama, infliggono una dura sferzata al colonnello libico, anche le sanzioni stabilite dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, approvate questa notte all'unanimità.

Con questo documento, l'Onu condanna "la grave e sistematica violazione dei diritti umani, tra cui la repressione di manifestanti pacifici" ed impone  il blocco dei beni di Muammar Gheddafi e di alcuni suoi familiari, e l'embargo alle vendite di armi. Non si esclude inoltre, un coinvolgimento della Corte penale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra e contro l'umanità commessi nel Paese nord africano. Ban Ki-moon, il segretario generale dell'Onu ha espresso soddisfazione per il voto unificato e si augura che questo forte messaggio di condanna alle violazioni dei diritti umani sia tenuto in considerazione dal regime in Libia. I membri del Consiglio hanno inoltre condannato  l'incitamento alle ostilità e alla violenza contro i manifestanti espresso nel discorso di Gheddafi alla tv di Stato.

I provvedimenti adottati dal Consiglio di sicurezza trovano l'appoggio anche della missione libica alle Nazioni Unite, come spiega la lettera firmata dall'ambasciatore Mohamed Shalgham, ex sostenitore di Gheddafi passato poi dalla parte dei ribelli al regime. L'ambasciatore aveva chiesto nei giorni scorsi ai membri dell'Onu di affrettarsi nell'annunciare le sanzioni contro Gheddafi, per fermare al più presto il massacro che si sta consumando nel suo Paese.

Anche dall'Italia è stata espressa soddisfazione per le sanzioni emesse dal Consiglio di sicurezza. "L'Italia ha condiviso sin dall'inizio con i principali partner europei e con gli Stati Uniti la linea delle sanzioni mirate, che poi verranno riprese e articolate ulteriormente dall'Unione europea"  ha commentato Maurizio Massari, il portavoce della Farnesina, che sottolinea anche l'importanza dell'unanimità del voto, evento certamente poco usuale; e ha a proposito ricordato il precedente massacro del Darfur del 2005 , in occasione del quale, i rappresentanti di Cina, Russia e Stati Uniti si astennero dal voto.

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