video suggerito
video suggerito

Rischia la condanna a morte per strage in una scuola in Florida: “Non fatelo, ebbe infanzia difficile”

Nikolas Cruz, 23 anni, rischia la condanna a morte per la sparatoria avvenuta il 14 febbraio 2018 alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida. La legale: “La sua anima è rotta, non fatelo”
A cura di Gabriella Mazzeo
5 CONDIVISIONI
Immagine

Nikolas Cruz si è dichiarato colpevole per la sparatoria avvenuta il 14 febbraio 2018 alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida. Sarà il processo ora a determinare la condanna: il giovane rischia l'ergastolo o la pena di morte.

Il giovane ammise subito dopo l'arresto di aver premuto il grilletto contro i compagni di liceo: nella sparatoria morirono 17 persone ed è ricordata come una delle più violente mai avvenute in una scuola americana. Il numero di vittime registrato supera anche quello del massacro di Columbine.

Gli avvocati del 23enne stanno cercando di scongiurare la condanna a morte, ipotesi concreta vista anche l'ammissione di colpevolezza. La legale Melisa McNeil che si occupa del caso ha chiesto di escludere la pena di morte per il suo assistito. "Ha vissuto un'infanzia difficile – ha spiegato ai giudici – ed è stato esposto a droghe e alcol mentre era ancora nel grembo materno. Questo ha facilitato i suoi problemi psichici".

Immagine

"Il suo cervello e la sua anima sono irrimediabilmente rotti per questo motivo – ha continuato la legale -. Nikolas è una persona danneggiata che per tutta la vita ha avuto problemi con la giustizia, con gli insegnanti e con i familiari. Dobbiamo capire la persona che si nasconde dietro il crimine".

Secondo quanto raccontato dal giovane, sua madre avrebbe fatto uso di droghe e alcol durante la gravidanza, maltrattandolo poi per tutta l'infanzia. "Diceva di essere rimasta incinta dopo una violenza" ha raccontato il 23enne in aula.

Secondo la giuria, però, vi è qualcosa di più di un'infanzia difficile dietro un omicidio di massa programmato nei minimi dettagli per mesi.

Il 23enne ha portato con sé un fucile automatico regalatogli pochi mesi prima in un negozio di armi e ha poi sparato 150 colpi sulla folla. Il tutto è avvenuto in soli 7 minuti, poi il killer si è allontanato per andare a bere in un bar.

"Tutto questo dolore è il frutto di anni di indifferenza nei confronti di questo ragazzo – ha ribadito l'avvocato -. Sua madre ha ignorato a lungo i problemi che stava avendo a sccuola e il fatto che fosse completamente solo. Nessuno ha fatto nulla per sradicare i suoi comportamenti violenti in tenera età".

Il 23enne sarebbe stato allontanato anche dalla psichiatra dalla quale era in cura. L'interruzione della terapia avrebbe fatto emergere nuovi problemi. "La sua famiglia era totalmente indifferente e gli ha perfino comprato il fucile usato per la strage" ha concluso la legale.

5 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views