video suggerito
video suggerito

Riparava le case distrutte dall’uragano Harvey: uomo ucciso da “batterio mangiacarne”

Josue Zurita è morto a causa di una fascite necrotizzante: si era ferito a un braccio riparando le case distrutte dall’uragano e un batterio l’ha lentamente ucciso.
A cura di D. F.
8 CONDIVISIONI
Immagine

L'uragano Harvey miete una nuova vittima a quasi due mesi di distanza dal suo passaggio in Texas. Un uomo di 31 anni è morto alcuni giorni fa dopo che gli era stata diagnosticata una rara infezione batterica, la fascite necrotizante, volgarmente attribuita a un "batterio mangiacarne". Josue Zurita, questo il nome della vittima, nei giorni dell'intenso maltempo aveva aiutato nella riparazione di molte case danneggiate dalle inondazioni. Il 10 ottobre scorso si era recato in ospedale a Galveston e lì i medici gli avevano diagnosticato la patologia: l'uomo aveva una profonda ferita al braccio rimediata proprio nei giorni dell'uragano che, anziché migliorare, con il passare del tempo si è decisamente aggravata.

Cos'è la fascite necrotizzante

Nella fascite necrotizzante i batteri infettano il tessuto connettivo che permea il corpo umano (fascia). La patologia, di origine batterica, si sviluppa in modo molto veloce e aggressivo provocando vescicole, bolle fino a necrosi dei tessuti sottocutanei, choc settico e nei casi più gravi la morte. Se diagnosticata in tempo può essere trattata con antibiotici e chirurgia, ma molti pazienti perdono comunque gli arti malgrado il trattamento e il 25-30% muoiono. La malattia può essere provocata da un’ampia varietà di batteri. Il più comune è lo streptococco, altri sono E.coli, Staphylococcus aureus, Aeromonas hydrophila, Clostridium e Klebsiella.

Alcune settimane fa la stessa sorte è capitata a Nancy Reed, ex maestra elementare che si era fratturata un braccio cadendo in casa a Houston, quando l’abitazione è stata invasa dalle acque. Proprio tramite la ferita riportata al braccio i batteri sono penetrati nel suo organismo, provocandole una fascite necrotizzante. Non è chiaro quale sia il batterio colpevole, ma Rachel Noble, docente di Biologia marina all’Università del Nord Carolina, sospetta che la causa sia il batterio Vibrio vulnificus, microbo marino che rappresenta un rischio raro ma potenzialmente letale per chi ha una ferita aperta.

8 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views