Ricoverata per ictus muore in ospedale, l’autopsia svela l’orrore: emorragia dopo violenza sessuale
"Ci aspettavamo solo che l'autopsia dicesse che era morta per un ictus, ma abbiamo scoperto che era stata aggredita nel suo momento più vulnerabile, dove non poteva urlare e non poteva difendersi", così i familiari di Valerie Kneale, 75enne britannica, chiedono a gran voce di fare finalmente luce sull’assurda morte della pensionata, morta per emorragia interna dopo una aggressione sessuale avvenuta mentre era ricoverata in ospedale.
I fatti risalgono al novembre del 2018 quando la donna era ricoverata nel reparto di rianimazione del Blackpool Victoria Hospital dopo un ictus. Mentre era in cura la donna era morta improvvisamente senza apparente spiegazione e così fu disposta un’autopsia da cui è emerso l’orrore. La donna non era morte per l’ictus ma per una emorragia interna causata da una aggressione sessuale avvenuta nel reparto ospedaliero senza che nessuno e ne accorgesse.
All’epoca dei fatti la polizia del Lancashire aveva anche arrestato un operatore che però poco dopo era stato rilasciato senza altre accuse. Da allora non risultano altri indagati e le indagini sono a un punto morto. Per questo ora la famiglia ha deciso di lanciare appelli pubblici su media e giornali appoggiati da un ente di beneficenza che ha offerto anche una ricompensa di 20.000 sterline a chiunque fornisca elementi utili alla cattura dell'assassino della donna.
"Anche se sono trascorsi quattro anni, i nostri pensieri sono rivolti alla famiglia e agli amici di Valerie che sono alla disperata ricerca di risposte su cosa sia successo esattamente. Valerie era una paziente in ospedale sottoposta a importanti cure mediche quando ha subito un terribile attacco che alla fine l'ha portata alla morte. Crediamo che ci siano persone che sanno cosa è successo o hanno dei sospetti" spiegano dall’organizzazione Crimestoppers.
Gli investigatori dal loro canto assicurano che le indagini proseguono nella speranza che la ricompensa in denaro aiuti a "fornire quell'informazione chiave per aiutare a sbloccare il caso". L'anno scorso la polizia aveva affermato di aver ricevuto segnalazioni relative ad altre accuse di gravi aggressioni sessuali contro due pazienti e un operatore sanitario che lavorava nella stessa unità intensiva dove è morta Valerie Kneale. Tre infermieri e due operatori sanitari dell'ospedale erano stati arrestati per furto di medicinali e maltrattamento dei pazienti, compresa la somministrazione di sedativi non prescritti ma gli è stata concessa la libertà su cauzione in attesa del processo che inizierà quest’anno.