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“Responsabile di atrocità”. Los Angeles toglie la statua di Cristoforo Colombo donata dagli italiani

Dopo 45 anni, la statua di Cristoforo Colombo è stata rimossa dal centro di Gran Park a Los Angeles. “È stato personalmente responsabile di diverse atrocità, le sue azioni hanno messo in moto il più grande genocidio della storia”, ha scritto Mitch O’Farrell, il consigliere comunale discendente di una tribù di nativi americani promotore dell’iniziativa.
A cura di Mirko Bellis
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La statua che raffigura Cristoforo Colombo è stata rimossa dal centro di Gran Park a Los Angeles. A promuovere l’iniziativa è stato Mitch O’Farrell, consigliere comunale della metropoli statunitense discendente di una tribù di nativi americani. La scultura del celebre navigatore genovese era stata donata dalla comunità italiana stabilitasi nel sud della California, ma negli ultimi anni la figura di Colombo era al centro delle polemiche perché considerato un simbolo dello sterminio dei popoli indigeni.

“E’ stato personalmente responsabile di diverse atrocità – ha scritto O’Farrell su Twitter – le sue azioni hanno messo in moto il più grande genocidio della storia”. Con questa motivazione Mitch O'Farrell ha spiegato la rimozione di una statua di Colombo dal centro della città. “Questo è un passo naturale per eliminare la falsa narrativa che Colombo ha scoperto in America. La sua “Colombo non ha scoperto l’America poiché non ha mai raggiunto le coste del Nord America e c’erano già milioni di indigeni che vivevano qui”. La sua immagine – continua il consigliere comunale – non dovrebbe essere celebrata da nessuna parte”.

Alla rimozione della statua in bronzo erano presenti più di cento persone, molti dei quali discendenti dei nativi americani che, tra grida e suono dei tamburi, assistevano all'evento. “Minimizzare – o peggio, ignorare – il dolore degli abitanti nativi di Los Angeles è un cattivo servizio alla verità. La rimozione della statua di Colombo nel Grand Park è un atto di giustizia riparatrice con cui iniziamo un nuovo capitolo della nostra storia”, è stato il commento della Native American Indian Commission.

L’abbattimento della scultura avviene a un mese delle celebrazioni del primo Indigenous Peoples’ Day (14 ottobre), festività che ha sostituito il Columbus Day. Negli Stati Uniti, da anni, la figura di Cristoforo Colombo è oggetto di critiche. Dopo gli scontri razziali di Charlottesville del 2017, le statue del navigatore erano state danneggiate o abbattute in diverse città, come Houston e Detroit. E anche il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha proposto di cambiare nome a Columbus Circle, la piazza antistante Central Park.

Sulle gesta di Colombo gli storici sono divisi. C’è chi, come il professore di storia dell’Università della California, Steve Hackel, appoggia le rivendicazioni dei nativi americani nonostante abbia affermato che la rimozione della statua generi “seri dubbi in quanto è avvenuta senza nemmeno un dibattito”. A difendere la figura del navigatore invece è lo scrittore colombiano Mario Jursish secondo cui “è ampliamene documentato che Colombo non ha commesso nessun genocidio. Le atrocità contro gli indigeni americani sono opera di quelli che sono venuti dopo, i colonizzatori”.

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