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Opinioni

Renzi in Arabia Saudita si dimentica delle armi italiane e dei diritti umani

Del viaggio del premier Renzi nel Regno Saudita abbiamo saputo tutto su cosa pensa di Salvini ma niente della posizione dell’Italia nei confronti del paese con maggiori violazioni di diritti umani al mondo: dai finanziamenti al terrorismo alle decapitazioni continue, al carico di bombe nostre partito da Cagliari.
A cura di Sabina Ambrogi
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Matteo Renzi con il principe ereditario Mohammed Nayef. Foto LaPresse/Tiberio Barchielli.
Matteo Renzi con il principe ereditario Mohammed Nayef. Foto LaPresse/Tiberio Barchielli.

Renzi ha concluso il suo viaggio in Arabia Saudita riuscendo a parlare più di Salvini e di chi lo critica che non della posizione italiana nei confronti del paese più controverso del pianeta.

Che grottesco paradosso: siamo messi a confronto permanente tra nuove idee di nazione in cui la religione cattolica (in crisi identitaria) pare essere uno dei pilastri da posizionare contro l'“l'islamizzazione dell'occidente” e poi ci profondiamo in salamelecchi, negoziati e contrattazioni con chi ha l'islamizzazione del pianeta come  progetto esclusivo. E soprattutto, al contrario di chi fugge dalla guerre, ha i mezzi per farlo. Matteo Salvini, Marine Le Pen ma tutta la destra europea in genere hanno fatto dello scontro tra le due religioni un'eccezionale dispositivo di marketing politico. I social grondano insulti al musulmano, si pasticcia radicalismo con migrante, terroristi con rifugiati, clandestini con delinquenti, Laura Boldrini come causa dei mali italiani, ma con una sorprendente indifferenza l'Occidente (e non solo) fa affari commerciali di primaria importanza con il paese che più di tutti finanzia terrorismo in varie forme, e che esprime quotidianamente ed esporta – con uomini e mezzi – ogni forma di radicalismo. Un paradosso che accomuna non solo noi ma anche Stati Uniti e Ue, superato brillantemente assegnando proprio all'Arabia Saudita la presidenza del Consiglio dei Diritti dell'Uomo dell'Onu.

Il commercio italiano verso l'Arabia Saudita è ai livelli pre crisi. Lo rivela l'Istat: gli affari vanno a gonfie vele visto che siamo il terzo partner commerciale Ue con il regno Saudita (con 4,8 miliardi di euro, terzi dopo Francia e Germania). È però impressionante la ristrettezza di orizzonti: durante il suo viaggio, Renzi ha sottolineato il disappunto nei confronti di Salvini e per chi  da sinistra critica la sua leadership. Si è poi saputo delle lodi profuse alla fiorente imprenditoria italiana che lavora sulla linea metropolitana di Ryad. “ Una linea di 42 chilometri, come una maratona” ha detto il premier con fierezza della Salini Impregilo, di Pietro Impregilo ovvero la società appaltatrice del progetto del Ponte sullo Stretto che ha appena “invitato” il governo ad aprire i cantieri e, se questo non avverrà, lo Stato dovrà risarcire alla ditta oltre un miliardo. Nulla si sa però della questione centrale che riguarda diritti umani, terrorismo, radicalismo, guerre (che producono profughi), e armi (nostre).

Durante l'incontro con il ministro degli interni saudita Renzi avrebbe chiesto clemenza (come hanno fatto tutti i partner europei) per i casi più noti nei media e nei social: il blogger Badawi, condannato a 10 anni di carcere e 100 frustate ogni venerdì per aver osato parlar male di alcune autorità religiose, e per il giovanissimo Ali Mohammed Al-Nimr figlio di un oppositore politico, che per aver partecipato a una manifestazione contro il re Salman è stato condannato alla decapitazione e, non bastasse, la pubblica crocifissione “fino a putrefazione della carne”.

Bastava? Di Matteo Renzi non vi è traccia né presa di posizione chiara sui finanziamenti al terrorismo che avvengono con donazioni a diverso titolo dalla maggioranza wahabita di cui fa parte il re Salman,  né sui diritti umani, né sulla strana posizione che ricopre il regno all'interno dell'Onu. Ma c'è di più. Non ha turbato il premier la consapevolezza che le forze armate saudite siano state alla guida di una coalizione intervenuta militarmente nello Yemen, senza alcun mandato delle Nazioni Unite, con pesanti bombardamenti sulle zone civili, su scuole e strutture sanitarie causando una catastrofe umanitaria senza precedenti.

Soprattutto non si è presa nessuna posizione sull'invio delle armi in italiane alle forze armate saudite. Lo scorso 29 ottobre è stato inviato da Cagliari un boeing carico di bombe. E a  nulla è servito l'appello di Amnesty International, della Rete Italiana per il Disarmo e dell'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Difesa e Sicurezza (OPAL) di Brescia. Del resto anche la stessa notizia di questo carico di morte targato Italia, dall'aeroporto civile di Cagliari, è passata per lo più inosservata.

C'è da dire che anche allargando lo sguardo, la questione è comune a tutti. Il primo ministro francese Valls dopo un suo recente viaggio in Arabia Saudita, messo da un giornalista a confronto con la questione spinosa di terrorismo e affari commerciali della Francia ha risposto sbrigativo che il destino delle piccole e medie imprese in Francia è ugualmente importante.

Il premier inglese Cameron è stato di recente messo in grave imbarazzo da un giornalista di Channel 4 che gli ha chiesto come sia stato possibile che l'Arabia Saudita sia finita all'Onu e che l'Inghilterra faccia affari con questo paese, malgrado le notizie che ci arrivano regolarmente su decapitazioni (180 da Gennaio, ben di più dell'Isis) e diritti umani gravemente violati.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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