Regno Unito, incontra una 13enne in albergo: incastrato dai “giustizieri della rete”
Lo hanno beccato nel parcheggio dell’hotel dove avrebbe dovuto incontrarsi con la sua vittima. Credeva che quello sarebbe stato, finalmente, il giorno in cui, dopo tante conversazioni piccanti, lui e Amanda sarebbero passati dalle parole ai fatti. Ma invece della dolce e inesperta 13enne con cui aveva passato tante ore a parlare, prima su Skout, un social network, e poi su WhatsApp, ad attenderlo nei pressi del West Parade Hotel c’era una volante della polizia di Newcastle.
Incastrato dai giustizieri online
Probabilmente, Joe Snowdon, giocatore di rugby 24enne si è reso conto soltanto nel momento dell’arresto che, fino ad allora, non aveva chattato con una ragazzina ma con un profilo fasullo gestito, in realtà, dalla Dark Justice, un organizzazione con base a Newcastle condotta da due uomini che si occupa di catturare e incastrare i pedofili che cercano di adescare e incontrare ragazzi e ragazze minorenni.
Stando a quanto riportato sul sito web della Dark Justice, il duo crea profili falsi di utenti minorenni su vari social network ma non approccia mai per primo gli internauti. I due uomini che si celano dietro gli utenti finti, tuttavia, rispondono ai messaggi di chiunque cerchi di entrare in contatto con loro avendo premura di precisare immediatamente l’età della persona (finta) con cui si sta parlando, evitando conversazioni esplicitamente sessuali e avvisando le autorità soltanto nel momento in cui l’adescatore manifesta la volontà di incontrare la vittima.
Numerosi sono i pedofili caduti nelle trappole così orchestrate dai due giustizieri. Dalla fondazione della Dark Justice, ottobre 2014, sono state arrestate 94 persone di cui 43 sono state condannate e 20 sono attualmente in carcere.
Il caso del giocatore di rugby
Dopo l’arresto, Joe Snowdon ha sostenuto, inizialmente, che le conversazioni online fossero completamente inventate, per ammettere solo in seguito di aver effettivamente incitato una minorenne ad ingaggiare attività sessuali. Secondo Rachel Masters, giudice assegnato al caso, Snowdon sarebbe stato informato tempestivamente dell’età della ragazza e le avrebbe inviato messaggi sessualmente espliciti cercando di ottenere un appuntamento. Poco prima di arrivare all’hotel, avrebbe inviato ad Amanda un ultimo messaggio sottolineando quanto fosse grosso il rischio che si stava assumendo pur di vederla.
Snowdon è stato condannato a tre anni di lavori socialmente utili e il suo nome sarà iscritto nel registro dei colpevoli di reati sessuali per altri sette. La squadra dove giocava a rugby lo ha espulso e ha perso due offerte di lavoro a causa dei suoi precedenti. Secondo il giudice Masters, “Ha imparato la lezione”.