Il Regno Unito avvia la deportazione forzata dei migranti in Ruanda: martedì il primo volo
Non c'è più nessun appiglio legale, i migranti richiedenti asilo ma arrivati illegalmente nel Regno Unito saranno deportati a forza in Ruanda come previsto dal piano concordato dal governo di Boris Johnson con quello del paese africano. Un giudice dell'Alta Corta di Londra infatti oggi ha rigettato l'ultimo ricorso presentato da alcuni dei richiedenti asilo vittime del procedimento, dando il via libera al primo volo che dovrebbe partire martedì prossimo. Si trattava di una istanza urgente che chiedeva la sospensione del provvedimento in attesa delle valutazioni di merito ma l'Alta Corta londinese non l'ha accolta.
Nell'udienza di oggi presso la Corte suprema, i quattro querelanti avevano sottolineato che a bordo dell'aereo di martedì ci sarà "un numero imprecisato di persone", e che inoltre alcune di esse sono di nazionalità afghana e siriana, entrambi Paesi colpiti da conflitti, e dunque persone eleggibili per l'asilo politico o la protezione umanitaria in accordo al diritto internazionale.
Una richiesta che aveva ottenuto l'appoggio di numerose organizzazioni di tutela dei diritti umani col sostegno dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr)ma che purtroppo non è servita a nulla. Il contestatissimo piano del governo britannico dunque va avanti come previsto e una parte di immigrati illegali nel Regno Unito da martedì prederanno il volo verso il lontano Ruanda in attesa delle decisioni britanniche sull'iter delle loro richieste di asilo.
La battaglia legale in Inghilterra però prosegue visto che l'esame sul merito delle contestazioni alla legalità del progetto è previsto più avanti. A contestare la linea del governo britannico c'è anche l'Onu, che a più riprese ha espresso preoccupazione e ha invitato le autorità britanniche a rispettare il diritto internazionale in materia di rifugiati nonché favorire canali di arrivo sicuri per le persone. "Le persone in fuga da guerre, conflitti e persecuzioni meritano compassione ed empatia, non dovrebbero essere scambiate come merci e portate all'estero per essere curate" hanno sottolineato dall'Unhcr.
Il piano voluto fortemente da Boris Johnson infatti prevede che i richiedenti asilo non mettano più piede nel Regno Unito anche se la loro pratica sarà accettata. In Ruanda infatti attenderanno l'iter burocratico, poi, in caso di successo, resteranno nel Paese dove il governo locale garantirà vitto, alloggio ed assistenza in quanto rifugiati, con i fondi forniti da Londra che ha stanziato 120 milioni di sterline. Il memorandum tra Regno Unito e Ruanda è valido cinque anni ma è rinnovabile.