Regeni, domani i magistrati romani al Cairo per incontrare il procuratore generale
La prossima potrebbe essere una settimana importante nella ricerca della verità sull'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano ucciso e torturato in circostanze ancora poco chiare in Egitto. Domani il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco, titolari dell'inchiesta, si recheranno al Cairo, invitati per essere informati "degli ultimi sviluppi investigativi relativi alla morte" di Regeni. I magistrati incontreranno il procuratore generale dell'Egitto, Nabil Ahmed Sadek, la più alta autorità giudiziaria del paese nordafricano. La speranza è quella di ottenere una vera collaborazione, considerato che fino a questo momento al team d'indagine che si trova al Cairo è stato consegnato materiale incompleto e poco interessante. A mancare, ad esempio, sono i risultati dell'esame autoptico, i dati dei cellulari, i video delle telecamere a circuito chiuso delle strade e i verbali dei testimoni ascoltati finora. "
"Su Giulio Regeni dobbiamo esigere verità, lo dobbiamo alla famiglia ma anche a tutti i cittadini. Non possiamo accettare verità di comodo. Ho accolto con favore la notizia che i nostri inquirenti andranno al Cairo a svolgere indagini assieme agli egiziani. Il mio pensiero va a tutti quei giovani egiziani ai quali, nel silenzio, è toccata la stessa sorte di Giulio", ha dichiarato la presidente della Camera, Laura Boldrini. Secondo un media egiziiano – il quotidiano Ahram – la procura sarebbe pronta a condividere tutte le informazioni sull'inchiesta sulla morte di Regeni con gli inquirenti italiani, tra cui dichiarazioni rese da amici del ricercatore, testimonianze importanti e una lista di luoghi e persone abitualmente frequentati dal giovane friulano.