Referendum per annessione del Donbass, Medvedev: “Pronti a uso nucleare per proteggere quei territori”
I primi voti saranno raccolti via internet tramite una piattaforma creata apposta per il referendum voluto da Mosca. Successivamente, le preferenze verranno raccolte casa per casa dalle autorità filorusse che busseranno a tutte le porte per ritirare le schede elettorali. Alla fine ci sarà l'apertura dei seggi, dove i cittadini potranno recarsi personalmente nelle autoproclamate repubbliche nel Donbass. Il voto dovrebbe tenersi dal 23 al 27 settembre e sancirà l'annessione alla Federazione Russa.
Un referendum per l'annessione era nell'aria ormai da mesi, ma Mosca ha premuto il piede sull'acceleratore dopo i successi militari di Kiev nella regione di Kharkiv. I territori che parteciperanno al referendum saranno "costantemente sorvegliati dalle forze armate russe".
"Per proteggerli, la Federazione intende usare qualsiasi arma, comprese quelle nucleari strategiche" ha scritto su Telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev.
"L'ipersonico – ha avvertito – è in grado di raggiungere obiettivi in Europa e negli Stati Uniti molto velocemente. La Nato non dovrebbe provare a spaventarci con l'ipotesi di un attacco alla Crimea. L'establishment occidentale e più in generale tutti i cittadini dei Paesi Nato devono capire che la Russia ha scelto la sua strada e che non c'è modo di tornare indietro".
L'annuncio della mobilitazione militare parziale, così come le minacce sull'uso delle armi nucleari, tradiscono un certo nervosismo da parte di Mosca. La mobilitazione, infatti, si è "resa necessaria" dopo i diversi successi dell'esercito di Kiev nella regione di Kharkiv.
La scelta operata in extremis da Vladimir Putin (il cui discorso registrato era stato in un primo momento cancellato dal palinsesto televisivo nazionale) potrebbe non essere sufficiente per cambiare le sorti della guerra. Secondo il Ministero della Difesa britannico, serviranno mesi per la mobilitazione dei 300mila riservisti di Mosca.
"La decisione – spiega – potrebbe mettere in seria difficoltà la Russia da un punto di vista logistico e amministrativo: la Federazione potrebbe tentare di creare nuove formazioni composte da queste truppe, ma i militari convocati non saranno in grado di combattere per mesi senza formazione. Si tratta di un vero e proprio rischio politico adottato da Putin nella speranza di rafforzare il tessuto militare".