Nella giornata di oggi, gli elettori del Regno Unito saranno chiamati ad esprimersi in merito ad un importante quesito referendario, la cui approvazione o meno potrebbe avere enormi ripercussioni sulla stabilità del Governo. Si tratta del referendum sul nuovo sistema elettorale, con la proposta di introdurre il cosidetto alternative vote per la Camera dei Comuni, al vaglio degli aventi diritto al voto. In pratica, allo stato attuale, l'elezione dei membri di un ramo del Parlamento avviene con una formula "tradizionale", ovvero territorio diviso in collegi ed elezione del candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti (un sistema maggioritario uninominale definito convenzionalmente "first past the post").
La proposta referendaria invece implica il passaggio all'alternative vote (anche conosciuto come Instant – runoff voting), un meccanismo che comporta la possibilità per l'elettore di indicare sulla scheda, in ogni collegio, l'ordine preferenziale dei candidati (una sorta di "classifica di gradimento" dei vari candidati). In tal modo, al momento dello spoglio, se nessun candidato riuscisse ad ottenere il 50% + 1 di "prime preferenze", si procederà a redistribuire le seconde preferenze del candidato che ha ottenuto il minor numero di voti e via di seguito fino a che un candidato non raggiunga la maggioranza assoluta delle preferenze. Si tratta di un meccanismo certamente complesso, ma già utilizato in alcune giurisdizioni degli Stati Uniti, in particolare nelle città di Portland, Maine, San Francisco, Oakland e Minneapolis, nonchè per le primarie per la scelta dei candidati del Partito Laburista e di quello Liberal – Democratico.
E proprio i LibDem sono i veri promotori della riforma e negli ultimi giorni il leader Nick Clegg (nella foto mentre esce dal seggio elettorale) si è speso attivamente in una campagna che comunque rischia di essere fallimentare. Infatti, alla acclarata e prevedibile contrarietà dei Conservatori (il partito del Premier David Cameron, alleato dei LibDem nella coalizione di Governo), si somma la posizione "diversificata" del partito laburista, con il leader Ed Miliband intenzionato a votare Si ma con una consistente "fronda" interna che vede nel referendum anche un modo per ridimensionare il prestigio di Clegg. Va ricordato infine che si tratta solo del secondo referendum nella storia recente del Regno Unito e che, contrariamente a quanto accade in Italia per le consultazioni referendarie, il quesito posto agli elettori sarà estremamente semplice e diretto:
In questo momento, nel Regno Unito si utilizza il sistema “first past the post” per eleggere i parlamentari alla Camera dei Comuni. Volete sostituirlo con il sistema “alternative vote”?