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Recovery Fund, Polonia e Ungheria pongono il veto al bilancio Ue: bloccate le risorse europee

Il Comitato dei rappresentanti permanenti Ue stava discutendo dei regolamenti attuativi sul prossimo Quadro finanziario pluriennale, a cui è legato anche il Recovery Fund, quando Polonia e Ungheria si sono opposte al criterio dello Stato di diritto sull’erogazione dei fondi, bloccando di fatto le risorse europee. Si rischiano così ritardi nei sussidi e negli aiuti economici di Bruxelles agli Stati membri.
A cura di Annalisa Girardi
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Polonia e Ungheria hanno posto il veto sull'accordo raggiunto tra Consiglio europeo ed Europarlamento in merito al bilancio Ue 2021-2027. Il Comitato dei rappresentanti permanenti stava discutendo dei regolamenti attuativi sul prossimo Quadro finanziario pluriennale, a cui è legato anche il Recovery Fund, quando Varsavia e Budapest si sono opposti al criterio dello Stato di diritto sull'erogazione dei fondi. Un'opzione che aveva già innescato le discussioni tra i vari Stati membri nelle ultime settimane, facendo preoccupare sulle tempistiche con cui sarebbero arrivate le risorse europee del Next Generation Eu, intrinsecamente connesse con il prossimo bilancio a lungo termine dell'Unione.

Ora il veto di Polonia e Ungheria sull'aumento del tetto di risorse proprie rischia di fermare l'intero iter legislativo che porterebbe all'erogazione di aiuti e sussidi. Sebastian Fischer, il portavoce della presidenza tedesca al Consiglio Ue, ha scritto sul suo profilo Twitter che "gli ambasciatori non sono riusciti a raggiungere l'unanimità necessaria per avviare la procedura scritta a causa delle riserve espresse da due Stati membri". Fischer ha poi specificato che "due Paesi membri hanno espresso riserve su un elemento del pacchetto, ma non sulla sostanza dell'accordo di Bilancio".

Quello a cui continuano ad opporsi Polonia e Ungheria è l'accordo, raggiunto appunto dalla presidenze tedesca e dal Parlamento europeo nell'ambito delle trattative sul prossimo bilancio a lungo termine, che subordina la concessione dei fondi europei al rispetto dello Stato di diritto. In mattinata il portavoce di Viktor Orban, Zoltan Kovacs, aveva già minacciato il veto sulla questione del meccanismo di tutela dello Stato di diritto, che potrebbe bloccare l'erogazione dei fondi europei, subito sostenuto da funzionari del governo polacco.

"Se si rispetta lo Stato di diritto non c'è nulla da temere. Negare all'intera Europa i finanziamenti per la crisi nella peggiore crisi da decenni è irresponsabile", ha commentato il presidente del Popolari al Parlamento Ue, Manfred Weber. E ancora: "Se Orban e Kaczynski vogliono interrompere l'uso di questi fondi per tutti, allora dovranno spiegarlo ai milioni di lavoratori e imprenditori, ai sindaci e agli studenti, ai ricercatori e agli agricoltori che contano sul sostegno di questi. fondi".

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