Recovery fund, Polonia e Ungheria ancora contro tutti: no alla clausola sullo stato di diritto
L'Ungheria e la Polonia sono unite contro il criterio dello stato di diritto per accedere ai fondi europei. Da giorni – di fatto – stanno bloccando, con il loro veto, l'avanzamento delle trattative per il via libera alle risorse del Next Generation Eu, e oggi i due premier hanno dichiarato congiuntamente che non si fermeranno. Mateusz Morawiecki e Viktor Orban hanno proposto di "facilitare la veloce adozione del pacchetto finanziario" che comprende Bilancio europeo e Recovery fund, "stabilendo un processo a due binari". Ovvero: da un lato "limitando il campo di applicazione di qualsiasi condizionalità aggiuntiva di bilancio alla protezione degli interessi finanziari dell'Ue, secondo le conclusioni di luglio", e dall'altro hanno chiesto di parlare, al Consiglio europeo, della possibilità "di stabilire un collegamento tra stato di diritto e interessi finanziari dell'Ue". Il primo ministro polacco, si è detto "preoccupato" per le sorti dell'Unione europea. "Non vogliamo che l'Ue si allontani dal suo corso", ha detto Morawiecki, sottolineando che i Paesi hanno "27 ordinamenti giuridici e questa diversità deve essere rispettata e apprezzata".
Il premier ungherese Viktor Orban ha rilasciato una lunga intervista al settimanale tedesco Die Zeit, in cui ha spiegato che stato di diritto e fondi europei devono essere slegati. "Se una cosa è complicata bisogna ritornare alla prospettiva più semplice, bisogna chiarire chi voglia cosa. I paesi finiti in emergenza finanziaria vogliono i soldi velocemente, diamo loro i soldi. Altri paesi vogliono nuove regole sullo stato di diritto. Bene, discutiamone. La prima cosa va fatta subito. La secondo è un po' meno urgente". Secondo Orban, "una nuova regolamentazione dello stato di diritto può durare mesi".
Il premier ungherese non ha voluto rivelare cosa si è detto con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nella videochiamata di qualche giorno fa. "Non voglio svelare quello che ci siamo detti, ma posso dire quello che le ho detto io: la cosa che mi chiedi, Angela, è un suicidio". Poi Orban avrebbe anche chiesto alla cancelliera tedesca di ricandidarsi, "perché se non resta l'Europa avrà un grande problema, ma non sono riuscito a convincerla, è determinata ad andarsene".