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Conflitto Israelo-Palestinese

Razzo colpisce base con 1.103 soldati italiani nel Sud del Libano, Crosetto: “Via se ci sono pericoli”

Un razzo ha colpito la base Unifil a Naqura, nel Sud del Libano, a ridosso della Linea Blu di demarcazione con Israele. Il ministro della Difesa Crosetto: “Nessuna conseguenza per gli oltre mille militari italiani presenti, ma via se i pericoli aumentano”.
A cura di Ida Artiaco
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Paura nel pomeriggio di oggi, domenica 15 ottobre, quando un razzo ha colpito il quartiere generale del contingente Onu nel Sud del Libano (Unifil), senza fare vittime.

Lo ha riferito il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, precisando che non è possibile determinare da dove sia stato lanciato il razzo che ha colpito l'interno della base costiera di Naqura, a ridosso della Linea Blu di demarcazione con Israele. Nella base ci sono 1.103 militari italiani.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, ha rassicurato che "si è trattato di un missile deviato e che non ha causato alcun danno. Non era un missile lanciato sulla base italiana, ma di una traiettoria accidentale che è caduto lontano dalla base dei nostri soldati. Rimane, però, che che la situazione resta quella che è, cioè grave".

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In altre parole – ha spiegato il Ministro – il "razzo, presumibilmente a causa del forte vento, ha deviato traiettoria e si è conficcato nel terreno in un'area libera, ma lontana da edifici e strade, nell'area logistica del quartier generale di Unifil a Naqoura, senza nessuna conseguenza". Intano, è stato richiesto a tutti i militari della missione di evitare movimenti non necessari.

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Crosetto ha affermato in una nota che il Ministero segue da vicino l'evolversi della situazione in Medio Oriente, dove resta altissima la tensione dopo l'attacco di sabato scorso lanciato da Hamas contro Israele, avvertendo che "qualora ci fossero o si concretizzassero nuovi pericoli, come quelli che solo ieri hanno determinato la mia decisa scelta di far rientrare in Italia i carabinieri della missione addestrativa di stanza a Gerico, verrà fatta la stessa cosa. Se percepirò che i nostri contingenti entrassero in pericolo la scelta sarebbe scontata, anche perché i nostri militari sono lì, in Libano, con regole di ingaggio molto chiare che non prevedono né la preparazione né l'attrezzatura per qualcosa di diverso da Unifil, che è un'operazione di monitoraggio".

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