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Conflitto Israelo-Palestinese

Razzi sull’aeroporto mentre aerei arrivano in Israele, piloti: “Evitare nuovo caso Malaysia Airlines”

“Il rischio che un aereo passeggeri rimanga vittima di questa guerra in Israele è alto” avvertono gli esperti. Molte compagnie hanno già cancellato i voli ma altre continuano anche se hanno riprogrammato l’offerta.
A cura di Antonio Palma
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Un aereo della United Airlines costretto a invertire la rotta e a tornare in Usa dopo ore di viaggio, un altro volo bloccato mentre si avvicinava a Israele e addirittura un aereo Ryanair fermato mentre iniziava le manovre di discesa sullo scalo di Ben Gurion e costretto a fare rotta verso Cipro. L’attacco di Hamas con migliaia di razzi su Israele ha messo i pericolo alcuni aerei e costretto alla cancellazione di centinaia voli verso Tel Aviv e alla sospensione totale dei collegamenti da parte di numerose compagnie aeree.

A causa del pericolo Ryanair ha cancellato i voli fino all’11 ottobre, ma decisioni analoghe sono state pese anche da altri vettori internazionali. Cancellazioni e ritardi per Tel Aviv annunciati invece da British Airways mentre EasyJet ha sospeso i voli domenica e lunedì, spiegando che modificherà il suo programma per il resto di questa settimana. Le compagnie aeree statunitensi United Airlines, Delta Air Lines e American Airlines hanno dichiarato di aver sospeso i voli diretti per Israele già domenica.

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Nello scalo israeliano restano operativi i voli della compagnia di bandiera El Al e di Israir, altro vettore locale. Meno numerosi, ma non del tutto assenti, i voli provenienti da vettori non israeliani. Tra le principali compagnie aeree con voli diretti a Tel Aviv ci son Air Europa e Iberia, Flydubai, Virgin Atlantic e Turkish Airlines.

"Per motivi operativi, stiamo riducendo le operazioni da e per Tel Aviv a un volo giornaliero, l’EK933/934, dal 13 ottobre al 31 ottobre 2023. Continuiamo a seguire da vicino la situazione in Israele e siamo in stretto contatto con le autorità competenti per quanto riguarda gli sviluppi. La sicurezza dei nostri passeggeri, dipendenti e operazioni sarà sempre la nostra priorità”, ha dichiarato il Portavoce Emirates.

Le agenzie per la sicurezza dei voli hanno avvertito le compagnie aeree che devono essere pronte sempre a ricevere indicazioni anche a stretto giro vista la situazione in evoluzione. I piloti però protestano e chiedono che la zona sia considerata area di guerra e dichiarata off limits.

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Secondo gli esperti di Ops Group, citati dal Corriere della Sera, “Israele è ora una zona di conflitto attiva”, per questo lo spazio aereo del Paese “è al livello 1”, cioè non si deve volare. “È necessario applicare tutte le lezioni apprese in materia di operazioni civili in zone di conflitto negli ultimi nove anni dopo quanto successo al volo MH17” spiegano gli esperti ricordando il caso del Boeing 777 di Malaysia Airlines abbattuto il 17 luglio 2014 dai separatisti filorussi al confine tra Ucraina e Russia. “Il rischio che un aereo passeggeri rimanga vittima di questa guerra è alto. Raccomandiamo di evitare completamente lo spazio aereo israeliano” è l’invito della piattaforma specializzata.

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