Rastrellamenti a Tripoli contro i migranti: “Ci hanno picchiato e portato nei campi di detenzione”
Da mesi ormai migliaia di migranti protestano a Tripoli, in Libia, chiedendo di essere evacuati in un Paese sicuro. Già lo scorso ottobre c'erano stati dei rastrellamenti per la capitale: circa 5 mila migranti erano stati arrestati e condotti nei centri di detenzione. Chi era riuscito a scampare ai raid delle milizie si era rifugiato nel Community Day Centre (Cdc) dell’Unhcr, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati. La scorsa notte però milizie armate hanno fatto irruzione nel Cdc per portare via i migranti. "Hanno picchiato le persone, stanno facendo a pezzi le tende dello donne", ha scritto su Twitter l'account Refugees in Libya pubblicando alcune immagini del raid.
Che però presto si è trasformato in qualcosa di ben più grave: "La situazione sta diventando un massacro. Si sentono spari, stanno dando fuoco alle tende, le donne sono in fila per un altro centro di detenzione. L'Unhcr deve essere considerato responsabile per quanto sta accadendo".
"È inaccettabile, una chiara violazione dei diritti umani. La Libia e l'Unhcr devono rispondere di questi crimini. I rifugiati più vulnerabili, dopo essere stati abbandonati per strada per mesi, ora vengono picchiati, le milizie sparano loro contro", ha continuato la pagina dei rifugiati in Libia. Secondo quanto riporta Avvenire, le operazioni di sgombero sarebbero avvenute anche con il via libera dell'Unione europea, dopo le tensioni verificatesi nei giorni scorsi.
I centri di detenzione dove vengono trasportati i migranti sono spesso teatro di orrore e violenza, violazioni dei diritti umani ampiamente documentate da Ong e osservatori internazionali. "Una situazione assolutamente disumana ad Ain Zara adesso. Centinaia di persone tenute in un hangar, che non è un luogo adatto a vivere", documenta ancora Refugees in Libya mostrando un video in cui si vedono moltissime persone ammassate le une sulle altre.
La pagina punta il dito anche contro l'ambasciatore Ue in Libia, Jose Sabadell, che a dicembre si era detto preoccupato "per l'attuale situazione al di fuori della sede di Unhcr Libia, che mette in pericolo la vita di molti e impedisce Unhcr di svolgere il proprio lavoro fornendo assistenza umanitaria ai più vulnerabili". Sempre secondo quanto riporta avvenire, l'Agenzia Onu non avrebbe chiesto alle milizie di Tripoli di sgomberare il territorio, ma di intervenire solo su alcuni soggetti responsabili di disordini e tensioni.