Rapporto Oxfam: boom delle disuguaglianze, aumentano i miliardari e cresce la povertà
Nel mondo aumentano sempre di più le disuguaglianze. Dall’inizio della crisi finanziaria infatti se da un lato sono aumentate le persone che vivono in situazioni di estrema povertà, dall’altro lato i super ricchi sono aumentati e hanno migliorato la propria condizione. A rivelarlo è il rapporto di Oxfam “Partire a pari merito: eliminare la disuguaglianza estrema per eliminare la povertà estrema”, nel quale si evidenza come il primo passo per realizzare una società più equa è quello di accorciare il divario tra chi vive in condizioni economiche che potremmo definire privilegiate e chi vive invece in condizioni di povertà estrema. Nel rapporto si mette in primo piano come i benefici della crescita economica non raggiungano grandi fasce di popolazione, ma si fermino a una elite che dispone di più ricchezza di quanta possa consumarne nell’arco di generazioni. In pratica le 85 persone più ricche al mondo, che hanno la stessa ricchezza della metà della popolazione più povera al mondo, hanno collettivamente aumentato la loro ricchezza di 668 milioni di dollari al giorno tra il 2013 e il 2014.
Intervenire per ridurre le disuguaglianze
La crescita della disuguaglianza non si registra, come si potrebbe pensare, solo negli Stati con una democrazia più debole, ma anche in quelli considerati più sviluppati. Se da una parte ben rappresentano la disuguaglianza crescente il mancato accesso all’istruzione e alle cure mediche, dall’altra parte a rappresentare un divario crescente sono le differenze salariali tra uomini e donne e soprattutto tra grandi manager e dipendenti. Le cause di quanto avvenuto negli ultimi anni, secondo Oxfam, sono da imputare in modo particolare al fondamentalismo del mercato e all’accaparramento delle leve politiche da parte delle persone più influenti. Nel rapporto quindi si evidenzia come tutti i governi dovrebbero fare il possibile per contrastare questa crescita perché se le disuguaglianze continueranno a crescere ci saranno “effetti corrosivi sulle istituzioni democratiche, sulle pari opportunità e sulla stabilità globale”.