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Rapporto Aiea: rischio tsunami sottovalutato da autorità giapponesi

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che il Giappone ha sottovalutato il rischio delle centrali nucleari connesso con i violenti tsunami, che avrebbero potuto colpire il paese dopo un terremoto.
A cura di Giuseppe Tramontin
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Centrali nucleari

Il rapporto dell'Aiea (Agenzia internazionale dell'energia atomica), consegnato dai tecnici al governo di Tokyo, ha ammonito il Giappone per aver sottovalutato il rischio tsunami che ha causato la crisi nucleare, a seguito del violento terremoto dell'11 marzo, che ha provocato la morte di oltre 15.000 persone. La nazione nipponica, secondo la relazione, non aveva considerato la minaccia costituita da molti  frai 54 impianti nucleari distribuiti nel paese.

Assieme all'ammonimento dall'Agenzia dell'Onu è arrivato, però, anche la lode al lavoro che il Giappone sta facendo nella ricostruzione post-terremoto, altro argomento trattato durante la prossima conferenza dell'Aiea, che si terrà a Vienna nel prossimo giugno. L'Agenzia ha inoltre esortato Tokyo alla creazione di "un centro di emergenza più efficace" contro gli incidenti, chiedendo di avere maggiore attenzione nel prevedere una protezione dai rischi che sono collegati a tutti i pericoli naturali, in primis dai terremoti, che vessano spesso il paese.

La relazione dell'Organizzazione dell'Onu non si è limitata, però,  alle semplici "reazioni" al terremoto, ma ha ricordato anche al governo giapponese di tenere sotto controllo i rischi provocati dalle reazioni nucleari per la salute e per le possibili contaminazioni del cibo e dell'acqua. Ha ammonito anche riguardo l'importanza di trovare osservatori indipendenti nel campo dell'energia nucleare, per evitare un "conflitto" tra sicurezza e speculazione economica: in Giappone, infatti, l’Agenzia per la sicurezza nucleare fa parte del ministero dell’Industria, che, però, promuove anche lo sviluppo dell’energia atomica.

Dopo le fuoriuscite nella centrale di Fukushima, ora sono funzionanti solo 19 dei 54 reattori, e nel paese si sta discutendo sulla chiusura di tutti gli altri, che porterebbe ad un taglio del 30% nelle produzione dell'energia, creando una situazione di costante razionamento energetico. La catastrofe dell'11 marzo ha riacceso il dibattito sul reale bisogno e sui rischi connessi alla sicurezza del nucleare non solo in Giappone, ma anche in altri paesi, come la Germania, che ha deciso di abbandonare per sempre il nucleare, e come l'Italia, alle prese con il referendum abrogativo delle norme che riguardano le nuove centrali per la produzione di energia nucleare.

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