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Conflitto Israelo-Palestinese

Raid Usa contro oltre 85 obiettivi in Iraq e Siria. Biden: “Se fai male a un americano risponderemo”

A una settimana circa dall’attacco di droni in Giordania che ha ucciso tre soldati americani, gli Stati Uniti hanno lanciato l’offensiva di rappresaglia contro le milizie filo-iraniane in Iraq e Siria. Hamas: “Raid Usa sono benzina sul fuoco”.
A cura di Susanna Picone
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Le forze militari Usa hanno colpito oltre 85 obiettivi dei pasdaran iraniani e delle milizie affiliate in Iraq e in Siria. Ne dà notizia il comando centrale degli Stati Uniti, spiegando che sono stati utilizzati numerosi aerei, compresi bombardieri a lungo raggio volati dagli Stati Uniti. Le strutture colpite includono centri operativi di comando e controllo, centri di intelligence, depositi di razzi e missili, di droni e strutture logistiche dei pasdaran e gruppi affiliati.

L'operazione statunitense arriva una settimana dopo l’attacco contro una base Usa in Giordania, costato la vita a tre militari statunitensi. I bombardamenti sono iniziati nella tarda serata italiana e sono durati mezz'ora, durante la quale appunto sono stati colpiti 85 obiettivi e strutture legate ai Pasdaran e alle milizie filo-Teheran: tre in Iraq, quattro in Siria.

"Oggi è cominciata la nostra risposta" è quanto ha detto il presidente Joe Biden. "Continuerà nel momento e nel luogo prescelti. Gli Stati Uniti non sono alla ricerca di guerre in Medio Oriente o in nessun altra parte del mondo. Ma che sappiano tutti coloro che potrebbero farci del male: se farete del male agli americani, noi risponderemo".

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Le autorità americane hanno assicurato che gli attacchi hanno avuto "successo" e hanno colpito con precisioni obiettivi militari in entrambi i Paesi. Il portavoce del Consiglio di sicurezza John Kirby ha detto che gli obiettivi bombardati sono stati "scelti con cura" per evitare vittime civili e che gli Stati Uniti hanno "prove inconfutabili" che fossero collegati ad attacchi contro gli americani nella regione. Ha inoltre sottolineato gli Stati Uniti avevano precedentemente informato il governo iracheno. Iraq che ha parlato di "una violazione della sovranità territoriale".

"Non tollereremo altri attacchi", ha tuonato il segretario alla Difesa Austin, mentre il presidente Biden ha fatto capire che l'operazione durerà giorni.

Per Hamas Usa aggiungono "benzina sul fuoco" in Medio Oriente

Hamas ha condannato gli attacchi notturni americani in Siria e Iraq, affermando che gli Stati Uniti stanno "aggiungendo benzina sul fuoco" in Medio Oriente e sono "pienamente responsabili" delle possibili ripercussioni. Gli Stati Uniti "sono responsabili delle conseguenze di questa brutale aggressione contro l'Iraq e la Siria, che aggiunge benzina sul fuoco", così in una nota. "Confermiamo che la regione non troverà né stabilità né pace finché non cesseranno l'aggressione sionista, i crimini di genocidio e la pulizia etnica contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”.

Mosca condanna i raid Usa, Guterres preoccupato

La Russia ha accusato gli Stati Uniti di "seminare caos e distruzione" in Medio Oriente: “Washington, fiduciosa nella sua impunità, continua a seminare caos e distruzione in Medio Oriente", ha detto il ministero degli Esteri di Mosca, come riporta la Tass. Gli attacchi americani sono "deliberatamente mirati ad alimentare ulteriormente il conflitto", si aggiunge, chiedendo al Consiglio di sicurezza dell'Onu di "occuparsi urgentemente della situazione in Medio Oriente" dopo questi nuovi raid.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso intanto la sua preoccupazione per i rischi di un'ulteriore escalation in Medio Oriente. "Il segretario generale è preoccupato per i rischi di un'ulteriore escalation. Esorta tutte le parti ad adottare misure concrete per ridurre le tensioni e considerare i costi economici e umani di un conflitto più ampio in una regione già instabile", ha affermato il portavoce.

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