Raid russo su megastore a Kharkiv, aumenta bilancio delle vittime: almeno 11 morti, 40 feriti e 16 dispersi
È salito a 11 morti, 40 feriti e 16 dispersi il bilancio del raid russo che ha colpito un ipermercato di Kharkiv, in Ucraina. A dirlo su Telegram è il capo dell'amministrazione statale regionale Oleg Sinegubov. Inizialmente, infatti, il bilancio era stato di due persone uccise su almeno 200 avventori del megastore. "Kharkiv è stata sotto un massiccio lancio di razzi per tutto il giorno", ha sottolineato Sinegubov. "Almeno sei persone sono morte, mentre in 40 sono rimaste ferite e attualmente risultano 16 dispersi".
L'attacco si è verificato nella giornata di ieri, sabato 25 maggio, ed era stato annunciato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "La Russia ha inferto un altro duro colpo alla nostra Kharkiv– aveva riportato su Telegram -. Al momento si sa che in quell'ipermercato potrebbero esserci più di 200 persone"
"Se l'Ucraina avesse abbastanza difesa aerea e moderni aerei da combattimento – ha spiegato – tali attacchi russi sarebbero semplicemente impossibili. Ed è per questo che ci rivolgiamo a tutti i leader, a tutti gli Stati: abbiamo bisogno di un rafforzamento significativo della difesa aerea e di capacità sufficienti per distruggere i russi".
La coordinatrice umanitaria dell'Onu per l'Ucraina, Denise Brown, ha condannato l'attacco al megastore, definendolo "inaccettabile". "Sono sconvolta e scioccata dalle terrificanti notizie che arrivano da Kharkiv – si legge a firma di Brown sul sito dell'Onu -. In pieno giorno, mentre le persone cercavano di vivere la loro giornata, le loro vite sono state sconvolte dall'ennesimo attacco da parte delle forze armate russe. Il raid nel centro commerciale ha provocato decine di vittime tra i civili e ingenti danni alle strutture. Ciò è assolutamente inaccettabile".
"Gli attacchi delle Forze Armate della Federazione Russa contro i civili e le infrastrutture a essi collegate devono finire – ha poi dichiarato Brown -. Dirigere intenzionalmente un attacco contro infrastrutture civili è severamente vietato dal diritto internazionale".