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Raid in Siria, Trump: “Nostri soldati presto a casa, si impegnino di più gli alleati”

La Casa Bianca risponde al presidente francese che dopo i raid in Siria aveva parlato di una permanenza prolungata degli Usa nella zona. Intanto Assad si fa sentire: “I raid dellʼOccidente uniranno la Siria”
A cura di Antonio Palma
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A poche ore dai raid aerei e missilistici della colazione occidentale contro il regime siriano di Assad  si scorgono già i primi segnali di disaccordo tra i Paesi che hanno sostenuto l'attacco.  "Ho convinto il presidente Usa, Donald Trump, a restare a lungo in Siria" ha annunciato infatti in pompa magna il presidente Francese Emmanuel Macron, rivendicando la legittimità dell'intervento  armato, ma a stretto giro è stata la stessa Casa Bianca a smentirlo con un chiaro avvertimento agli alleati. "Il presidente Trump è stato chiaro affermando che vuole un ritorno a casa delle forze americane in Siria", ha comunicato infatti un portavoce , aggiungendo: "Il presidente si aspetta che i partner regionali e gli alleati degli Stati Uniti si assumano una maggiore responsabilità sia militare che finanziaria, per mettere in sicurezza la regione".

Una presa di posizione molto netta e un chiaro richiamo agli alleati a fare la propria parte nella guerra contro Assad con l'impegno a far ritornare i propri militari nelle basi senza impegnarsi a lungo in quello che potrebbe diventare un conflitto molto pericoloso vista la presenza della Russia. Intanto va avanti però l'azione diplomatica contro Mosca che dopo aver incassato la bocciatura della sua richiesta di condanna dell'attacco da parte dell'Onu , ora potrebbe essere colpita da nuove sanzioni per volontà proprio degli Stati Uniti. Ad annunciarlo è stata l'ambasciatrice Usa all'Onu, Nikki Haley, spiegando che nuove  misure contro i russi potrebbero essere varate già nelle prossime ore. Accusando la Russia di alimentare le tensioni con gli Usa e di non fare nulla per evitare che il regime di Assad usi armi chimiche, ha ricordato le sanzioni già varate e che gli Usa "continueranno su questo punto, come vedrete lunedì".

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Le tensioni restano altissime come ha confermato anche il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson. Intervistato alla Bbc, ha messo in guardia dalle possibili ritorsioni di Mosca, spiegando che La Gran Bretagna "deve prendere ogni precauzione possibile" contro un'eventuale risposta della Russia dopo i raid in Siria. "Se consideriamo ciò che la Russia ha fatto, non solo in questo paese a Salisbury, ma in generale contro televisioni, contro infrastrutture strategiche, contro processi democratici, è evidente che bisogna prendere ogni precauzione possibile" ha sottolineato Johnson.

Intanto anche Assad fa sentire la sua voce e, dopo essersi fatto vedere al lavoro nel giorno successivo ai raid, attacca l'occidente a parole. "I missili occidentali sulla Siria non avranno altro effetto che unire il Paese" sotto la mia leadership" ha affermato infatti  il presidente siriano, ricevendo a Damasco proprio una delegazione russa. Per Assad è stata messa in atto una vera e propria campagna di menzogne al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite contro la Siria e la Russia, sottolineando che ciò "dimostra che entrambi i Paesi stanno combattendo una battaglia non solo contro il terrorismo, ma anche a difesa del diritto internazionale che si basa sul rispetto per la sovranità degli Stati e della volontà dei loro popoli".

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