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Conflitto Israelo-Palestinese

Raid a Beirut, ucciso secondo alto comandante di Hezbollah. Hamas: “Israele pagherà per la sua follia”

Hezbollah ha annunciato che un secondo comandante di alto rango del gruppo, Ahmed Wahbi, è stato ucciso ieri nell’attacco israeliano a sud di Beirut. Hamas: “Israele pagherà per questa follia”. USA: “Situazione molto preoccupante”.
A cura di Ida Artiaco
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Non solo Ibrahim Aqil, leader delle forze di élite di Hezbollah, che progettava "un altro 7 ottobre". Nel raid israeliano di ieri alla periferia di Beirut, in Libano, sono stati uccisi altri 15 importanti militanti del gruppo. Tra di loro, in particolare, Ahmed Wahabi, 60 anni, che, secondo quanto riferito dal Partito di Dio, "ha diretto le operazioni militari dell'unità d'elite al-Radwan fino all'inizio del 2024, assumendo poi la responsabilità dell'unità centrale di addestramento dopo la morte di Wissam Tawil", ucciso in un raid a gennaio, e che "ha lavorato a stretto contatto con Qassem Soleimani in Siria".

Hamas minaccia Israele: "Pagherà prezzo altissimo"

Un duro colpo, dunque, per l'organizzazione politica e paramilitare libanese che sostiene Hamas nella guerra contro Israele. Proprio Hamas, dopo l'attacco aereo di ieri sulla capitale libanese, ha condannato l'uccisione del comandante di Aqil, descrivendolo come un "crimine" e una "follia" per la quale Israele pagherà un prezzo, come riporta Al Jazeera.

Poi, in una nota, sempre Hamas ha aggiunto: "Questo crimine commesso dall'occupante è un atto sconsiderato per il quale pagherà un prezzo altissimo, e il sangue del martire, il leader Ibrahim Aqil alimenterà le fiamme che inghiottiranno questa entità artificiale". In totale, i morti del raid di ieri sono 37 morti, tra cui tre bambini, secondo quanti riferito dal Ministero della Salute libanese.

Su quanto successo a Beirut è intervenuto anche la Guida suprema dell'Iran Ali Khamenei: "Se le nazioni islamiche usano il loro potere interiore, il regime sionista verrà rimosso dal posto che si trova nel cuore della comunità islamica. In effetti, l'unità tra i musulmani creerà un potere che non solo può eliminare il regime sionista, ma porrà anche fine all'influenza e all'interferenza degli Usa nella regione"; ha detto citato dall'agenza Irna.

Oggi lo spazio aereo da Hadera e verso il Nord è stato chiuso dalle autorità israeliane per 24 ore, come riferiscono i media nazionali. La decisione è legata alla situazione di sicurezza dell'area e alla necessità di usare lo spazio aereo solo per le attività dell'Aeronautica militare. La pista di atterraggio di Megiddo è aperta solo per i voli commerciali che decollano verso Sud.

USA preoccupati per allargamento del conflitto

Intanto, la preoccupazione per un allargamento del conflitto nella regione cresce giorno dopo giorno. Andrea Tenenti, portavoce della Forza delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), ha affermato che la missione è "molto preoccupata" per le tensioni che si stanno intensificando da diversi giorni. "Dopo 11 mesi di bombardamenti quotidiani il potenziale per un conflitto più ampio è davvero dietro l'angolo. E nessuno può permettersi un conflitto più ampio", ha detto Tenenti ad Al Jazeera. "Stiamo cercando di usare tutti i nostri sforzi in questo momento per cercare di allentare le tensioni".

Anche gli Stati Uniti hanno ribadito che, pur non versando alcuna lacrima per la morte del comandante di Hezbollah Ibrahim Aqil, non sono d'accordo con Israele sull'escalation e sul fatto che una guerra con il Libano faccia raggiungere gli obiettivi prefissati. "Ibrahim Aqil era responsabile dell'attentato all'ambasciata di Beirut 40 anni fa. Quindi nessuno versa una lacrima per lui", ha detto McGurk intervenendo alla conferenza del Consiglio israelo-americano a Washington. "Detto questo – ha subito aggiunto – abbiamo dei disaccordi con gli israeliani sulle tattiche e su come si misura il rischio di escalation. È una situazione molto preoccupante. Sono molto fiducioso che attraverso la diplomazia, la deterrenza e altri mezzi riusciremo ad uscirne. Vogliamo una soluzione diplomatica nel Nord".

Raid contro scuola a Gaza: "17 morti, tra cui 8 bimbi"

La situazione resta comunque tesa anche a Gaza. L'agenzia della protezione civile della Striscia ha dichiarato che un attacco israeliano a una scuola trasformata in rifugio nella città più grande del territorio palestinese ha ucciso 17 persone, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira i militanti di Hamas. "Almeno 17 martiri, tra cui otto bambini, e più di 30 feriti, la maggior parte dei quali bambini e donne, a seguito di un attacco missilistico israeliano alla scuola C di Al-Zaytoun" a Gaza City, ha affermato il portavoce dell'agenzia Mahmud Bassal, sottolineando che migliaia di sfollati avevano cercato rifugio nella scuola.

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