Ragazzino palestinese ucciso: arrestati 6 ebrei, movente “nazionalista”
A quattro giorni di distanza dal ritrovamento del corpo senza vita di un giovane ragazzo palestinese di 17 anni, la polizia israeliana comunica di aver individuato i responsabili dell'ennesimo episodio di barbarie del conflitto israelo – palestinese. Ricordiamo che, secondo alcune ricostruzioni, il giovane sarebbe stato bruciato vivo dopo essere stato sequestrato mentre si recava a pregare in una moschea nella zona orientale di Gerusalemme. Ora fonti vicinissime alla polizia israeliana, citate dal sito Ynet, comunicano l'arresto di 6 persone, spiegando che la matrice del barbaro omicidio sarebbe "nazionalista": restano ancora avvolti dal riserbo i nomi degli arrestati.
Si tratta in ogni caso di una vera e propria svolta nelle indagini, che arriva poco dopo le dichiarazioni di Shimon Peres, che aveva ribadito la volontà degli israeliani di andare "fino in fondo a questa tragedia", con un appello di grande fermezza: "Un omicidio è un omicidio, non c’è differenza fra sangue e sangue, e chi lo commette è un assassino che deve essere punito con tutta la forza della legge, che sia arabo o israeliano". Ricordiamo che, appena si erano diffuse le notizie riguardanti la sorte del giovane palestinese, centinaia di giovani palestinesi erano scesi in strada a protestare, con la tensione che era salita a livelli altissimi, anche in considerazione dell'escalation militare delle ultime settimane, seguita al rapimento e all'uccisione dei 3 giovani israeliani in Cisgiordania.