Ragazze rapite in Siria, un assessore di Varese: “Partite per fare selfie, famiglia paghi riscatto”
C'è ancora apprensione sulla situazione delle due ragazze sparite in Siria, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, delle quali oramai non si hanno notizie da circa 3 giorni. Associazioni sul luogo e soprattutto il ministero degli Esteri italiano, si stanno occupando della questione con molta serietà, per quanto lo stesso. Il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli ha manifestato l'esigenza che venisse rispettata la massima cautela rispetto alla situazione: "La Farnesina si è mossa sin dal primo giorno, cioè sei giorni prima che la notizia fosse nota al grande pubblico. So che può sembrare un modo convenzionale di comportarsi, però serve discrezione e serve silenzio". Il profilo delle due ragazze può far intuire tutte le motivazioni per le quali si trovassero nella zona di Aleppo, lì dove sono state appunto rapite e quello che più ha fatto discutere nelle ultime ore, è l'affermazione probabilmente inappropriata dell'assessore all'Ambiente del Comune di Varese, ex An poi Pdl, Stefano Clerici: "Ora mi chiedo: per le due sprovvedute (sarò diplomatico) partite per farsi i selfie tra i ribelli siriani è giusto che si mobiliti la diplomazia internazionale? Si, per carità. Ma che addirittura si ipotizzi il pagamento di un riscatto a spese nostre?".
E quindi qual è il suo suggerimento per la risoluzione della situazione? Molto semplice: "far pagare ai loro ancor più sprovveduti genitori. Umanamente mi dispiace, per carità, ma con la guerra non si scherza e da bambine è bene che non si giochi alle ‘piccole umanitarie', ma con le Barbie". Sono frasi infelici, che fanno ritornare alla mente un'affermazione altrettanto impopolare, in ambito diverso e senza alcuna attinenza col caso specifico, di quel prefetto perugino che, parlando del problema della droga nel capoluogo umbro disse: "Se una mamma non si accorge che suo figlio si droga è una fallita, si deve suicidare".