Non indossava correttamente il velo, massacrata dalla polizia: il video fa il giro del web
Insultata e picchiata dalla “polizia morale” per aver indossato male il velo. E’ quanto accaduto giovedì scorso ad una ragazza sui vent'anni in un parco pubblico in Iran. Il suo hijab – il velo utilizzato per coprire il capo e le spalle – le lasciava scoperti i capelli. Tanto è bastato perché diversi poliziotti, tra cui alcune donne, cominciassero a malmenarla in pieno giorno. A niente sono servite le proteste della giovane davanti alla violenza degli agenti incaricati di far rispettare il rigido codice di abbigliamento.
Dopo essere stata accerchiata, la ragazza è stata strattonata e spinta a terra da due poliziotte. La malcapitata, tra pianti e urla, ha cercato di divincolarsi ma senza risultato e vane sono state anche le suppliche di un’amica per cercare di fermare l’aggressione. La brutalità della polizia religiosa è stata ripresa da un passate e il video è stato poi postato online dalla giornalista e attivista iraniana Masih Alinejad, fondatrice di My Stealthy Freedom, un movimento che rivendica la libertà delle donne di scegliere se usare o meno il velo.
Il filmato in poco tempo ha fatto il giro del web ed è stato visto da oltre due milioni di persone suscitando un’ondata di indignazione in tutto il Paese. Il ministro dell'Interno Abdolreza Rahmani Fazli ha ordinato “un'inchiesta approfondita” sull'azione della polizia definita “non convenzionale”. Allo stesso tempo, però, insinuava che la ragazza avesse provocato e insultato gli agenti. Masoumeh Ebtekar, la vicepresidente iraniana per le questioni legate alle donne, ha denunciato su Twitter l'accaduto: "Come si può giustificare tale trattamento? ha scritto su Twitter. “Anche se i poliziotti fossero stati insultati, chi li autorizza a comportarsi in questo modo? Condanno categoricamente questo comportamento e andrò fino in fondo alla questione. Questo è un trattamento anti-religioso che nessun umano merita”. “Le persone sono arrabbiate perché queste aggressioni stanno accadendo sempre più spesso”, ha affermato Masih Alinejad al Guardian. L’attivista iraniana, che da vive da anni negli Stati Uniti, ha aggiunto: "La gente in Iran non riesce a capire come nel XXI secolo qualcuno possa essere picchiato a causa dtei suoi capelli”.
Dalla rivoluzione islamica del 1979, la legge iraniana impone alle donne l’obbligo del velo e sanziona con multe e reclusioni quelle che si rifiutano di portarlo. L’attuale presidente, Hassan Rouhani, nonostante abbia ripetutamente criticato l'uso della forza per imporre il velo, non è mai riuscito ad andare contro il potere del clero conservatore. Per l’Ayatollah Khamenei, la guida suprema in Iran, l'hijab impedisce alle donne di intraprendere “uno stile di vita deviato”. Il rigido codice di abbigliamento stabilisce inoltre di indossare colori non appariscenti. Regole, però, che le iraniane hanno cominciato a sfidare.
A Teheran, solo pochi mesi fa, Vida Movahed è diventata il simbolo della protesta contro il velo. Con la testa scoperta, la donna di 31 anni e madre di un bimbo piccolo aveva sfidato il potere era salita su una centralina telefonica di una centrica via della capitale sventolando il suo hijab come fosse una bandiera bianca.
Dopo essere stata arrestata è stata liberata dopo due anni di carcere. A febbraio, l'Iran ha arrestato 29 donne accusate di essere state "ingannate" a partecipare alla campagna lanciata sui social contro l’obbligo del velo. Molte di loro sono ancora detenute in attesa di un processo.