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Guerra in Ucraina

“Quello è ancora vivo. Sta ansimando”: ucraini uccidono soldati russi disarmati

Un video mostra l’esecuzione sommaria di soldati russi caduti in un’imboscata e ormai disarmati e feriti. “Questi non sono nemmeno umani”, dice un militare ucraino, mentre un altro spara.
A cura di Davide Falcioni
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Non ci sono solo i crimini di guerra commessi dalle forze armate russe. Sempre più spesso, infatti, stanno emergendo episodi inquietanti imputabili anche all'esercito ucraino, come quello documentato con un video risalente molto probabilmente al 30 marzo. Nel filmato, che sta circolando su Telegram ed è stato verificato in modo indipendente anche dal New York Times, si possono vedere degli uomini agli ordini di Kiev uccidere dei prigionieri russi in un villaggio a ovest della capitale. Le telecamere indugiano sui due soldati a terra e una voce dice: "Quello è ancora vivo. Guarda, è ancora vivo. Sta ansimando". Altri replicano: "Questi non sono nemmeno umani". Sull'asfalto si vede un militare russo con una giacca tirata sulla testa, apparentemente ferito; pochi secondi dopo l'ucraino gli spara ripetutamente, uccidendolo. Accanto all'uomo giustiziato il video mostra almeno altri tre soldati russi morti, uno dei quali con una ferita alla testa e le mani legate dietro alla schiena con dei bracciali bianchi comunemente indossati dalle truppe russe.

Il video sarebbe stato girato lungo una strada nei pressi del villaggio di Dmytrivka, a una quindicina di chilometri a sud-ovest di Bucha, teatro di una mattanza attribuita alle truppe di Mosca. Stando a quanto riferisce il NYT i soldati russi viaggiavano a bordo di un BMD-2, un mezzo da combattimento impiegato dalle truppe aviotrasportate. La colonna sarebbe caduta in un'imboscata intorno al 30 marzo, mentre i militari si stavano ritirando dalle piccole città a ovest di Kiev. Il filmato con le atroci esecuzioni è stato pubblicato su Twitter il 2 aprile dal giornalista freelance Oz Katerji, specificando che fonti dell'esercito gli avevano riferito che i russi erano caduti in una trappola 48 ore prima nell'ambito di un'operazione lodata dal Ministero della Difesa ucraino: "Un lavoro preciso". Quello di Dmytrivka è uno degli episodi che, sempre più spesso, dimostrano come presunti crimini di guerra vengano commessi non solo dai russi, ma anche dagli ucraini.

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