“Quella è musica profana”: Georg Haendel vietato nelle chiese cattoliche
Continuano le polemiche dopo il moltiplicarsi di divieti di suonare musiche “profane” nelle chiese da parte di vescovi. Dopo il “no” di monsignor Di Cerbo ad Alife-Caiazzo nel Casertano, il quale ha vietato l'esecuzione di colonne sonore di film durante i matrimoni, è toccato a monsignor Antonio Suetta negare un edificio sacro per un concerto di musica classica di Georg Haendel, considerato uno dei più grandi compositori di epoca barocca. Secondo le disposizioni del Vaticano, tuttavia, la decisione del vescovo Suetta è ineccepibile.
“C'è una norma secondo cui in chiesa deve essere eseguita solo musica sacra – aveva spiegato Suetta – Quello che è avvenuto in questo caso non è altro che la prassi. Chi chiede l'autorizzazione del concerto in chiesa invia un programma che viene analizzato. I brani che non rispecchiano la tradizione ecclesiastica non vengono autorizzati.” Tutto perfettamente in regola con le disposizioni della Congregazione per il Culto Divino, che, nel 1987, aveva spiegato che numerosi documenti della Chiesa (la Costituzione sulla Liturgia Sacrosantum Concilium, l’Istruzione Musicam Sacram, del 5 settembre 1967, l’Istruzione Liturgicae instaurationes, del 5 settembre 1970, ed addirittura il Codice di Diritto Canonico) vieta concerti di musiche di carattere non sacro.
“Le chiese – spiega il documento vaticano – non possono considerarsi come semplici luoghi “pubblici”, disponibili a riunioni di qualsiasi genere. Sono luoghi sacri, cioè “messi a parte”, in modo permanente, per il culto a Dio, dalla dedicazione o dalla benedizione.” Questo perché Gesù stesso, nel Vangelo di Luca, spiega che “La mia casa è casa di preghiera.”
Il criterio da seguire è che “si deve aprire la porta della chiesa a un concerto di musica sacra o religiosa, e la si deve chiudere ad ogni altra specie di musica.” Ad esempio, “la più bella musica sinfonica non è di per sé religiosa. Tale qualifica deve risultare esplicitamente dalla destinazione originale dei pezzi musicali o dei canti e dal loro contenuto. Non è legittimo programmare in una chiesa l’esecuzione di una musica che non è di ispirazione religiosa e che è stata composta per essere eseguita in contesti profani precisi, sia essa classica o contemporanea. di alto livello o popolare: ciò non rispetterebbe il carattere sacro della chiesa, e la stessa opera musicale eseguita in un contesto non connaturale ad essa.” No, dunque, alle marce nuziali di Mendehlsson o all'ave Maria di Schubert e a quella di Gounod, dunque, visto che non furono scritte per finalità religiose.
Poche settimane dopo il documento della Congregazione, la Conferenza Episcopale Ligure, a cui Setta appartiene, emise un nuovo documento, con cui si stabiliva che i concerti devono essere autorizzati dal parroco, che l’entrata nella chiesa deve essere “libera e gratuita”, che “gli esecutori e gli uditori dovranno avere un abbigliamento e un comportamento convenienti al carattere sacro della chiesa”, che prima del concerto l’Eucarestia va spostato dal tabernacolo in un “altro luogo sicuro e decoroso”.
Poi, come spesso avviene nella Chiesa cattolica, ognuno fa quello che gli pare. Basti pensare che nel 2015 in una chiesa di Napoli è stato consentito un concerto della “sacerdotessa del rock” Patti Smith, con biglietti di ingresso per il pubblico venduti a prezzi molto alti. La Curia partenopea, allora, disse di non saperne nulla ed ostentò indignazione, ma poi il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della Diocesi, non si mosse per bloccare l’insolito evento.