Russia-Ucraina, quali sono le nuove sanzioni che l’Unione europea imporrà a Mosca
L'Unione europea sta preparando un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Sarebbe il quinto dall'inizio della guerra, per tentare – ancor di più – di colpire l'economia di Mosca e convincere così Putin a fermare l'invasione. O in qualche modo a trattare più rapidamente un cessate il fuoco. Le nuove sanzioni dovrebbero vedere il via libera al termine del vertice europeo di giovedì e venerdì, al quale parteciperà anche il presidente americano Biden, pronto a partire dagli Stati Uniti per fare il punto dal vivo con il resto del mondo occidentale. A Bruxelles si deciderà la linea per rallentare – almeno economicamente – la Russia.
Per meno di 48 ore Bruxelles diventerà il centro del mondo occidentale e tutti gli occhi, inevitabilmente, saranno puntati nella capitale belga: domani, giovedì 24 marzo, sarà la prima giornata di Consiglio europeo, ma anche l'occasione per il vertice straordinario della Nato e per il summit dei Paesi del G7. Biden sarà in Europa, e non è un caso. Il Consiglio Ue, poi, continuerà anche venerdì. Insomma, prima del fine settimana "gli occidentali annunceranno nuove sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina", ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan.
Ma precisamente, a questo punto della guerra, di cosa si tratta? Va considerato che l'Ue ha già applicato quattro pacchetti di sanzioni senza precedenti, mettendo in ginocchio l'economia russa. Da qualche ora sta già circolando una bozza conclusiva della due giorni a Bruxelles: L'Unione europea "resta pronta a muoversi rapidamente per l'adozione di nuove sanzioni coordinate" contro la Russia e la Bielorussia, si legge nel testo. La formula usata è "remains ready to move quickly…". Insomma, c'è l'intenzione ma non dettagli più specifici, al momento.
Il viaggio di Biden in Europa servirà anche a provare a convincere gli alleati occidentali a sanzionare la Russia su gas e petrolio. Il presidente americano ha annunciato misure da parte degli Stati Uniti, ma è evidente che l'impatto sull'economia europea sarebbe devastante. È noto quanto alcuni Paesi dipendano dal gas e il caro benzina è sotto gli occhi di tutti, nonostante l'intervento del governo che – in caso di embargo – potrebbe diventare rapidamente inutile.
Sulla possibilità di nuove sanzioni, anche rispetto al settore energetico, il ministro Di Maio è stato possibilista, spiegando che l'Italia non pone veti. Più dura la posizione del cancelliere tedesco Scholz – per citare i due Paesi più dipendenti dal gas russo – che ha chiosato: "Non abbiamo cambiato posizione. È importante che le misure siano sostenibili". Perché "su una cosa dobbiamo essere chiari – ha spiegato – può darsi che non si tratti di una situazione di breve durata, ma di un lungo conflitto. E dobbiamo reggere tutti insieme".