Quali sono i Paesi che dipendono di più dal grano russo e ucraino (e che rischiano la carestia)
Nella stragrande maggioranza dei Paesi europei il dibattito sulla guerra in Ucraina è ancora incentrato sui torti e le ragioni delle due parti belligeranti. C'è però una parte del mondo, largamente maggioritaria, che si interroga molto meno su questi aspetti e che, di certo, può essere considerato una vittima senza alcuna responsabilità: si tratta dei Paesi a basso reddito che stanno andando incontro a una carestia di portata storica a causa del blocco delle esportazioni di grano e altri cereali da Russia e Ucraina. La regione del Mar Nero, che oltre ai due stati in conflitto comprende anche il Kazakistan, è uno dei sei panieri alimentari del mondo. La Russia è il più grande esportatore di grano al mondo, mentre l'Ucraina è al sesto posto nella classifica. Insieme, secondo la Fao, i due paesi in guerra producono il 12% di tutte le calorie alimentari scambiate a livello globale, controllando il 29% delle esportazioni totali di grano, il 19% delle esportazioni di mais e il 78% delle esportazioni di olio di girasole. La Russia è anche il primo esportatore mondiale di fertilizzanti azotati, il secondo fornitore di fertilizzanti al potassio e il terzo esportatore di fertilizzanti al fosforo.
Quali soni i Paesi più dipendenti dal grano di Russia e Ucraina
Una cinquantina di nazioni del mondo dipendono dalla Russia e dall'Ucraina per il loro approvvigionamento alimentare, in particolare per gli oli di mais e girasole. La maggior parte di questi sono paesi poveri e dipendenti dalle importazioni in Asia e Africa. Ma quali sono i Paesi che nei prossimi mesi avranno maggiori difficoltà ad approvvigionarsi di cibo? Il primo è l'Egitto, che importa dalla Russia e dall'Ucraina 4,4miliardi di dollari di grano. Seguono i Paesi dell'Africa Subsahariana con 2,2, la Turchia con 1,9 e i Paesi di Medio Oriente e nord Africa con 1,6. A soffrire saranno però anche Pakistan, Bangladesh, Indonesia e Libano
Secondo il World Food Program in Africa orientale, dove grano e prodotti a base di grano rappresentano un terzo del consumo medio di cereali, il 90% delle importazioni proviene da Russia e Ucraina. Non è difficile immaginare quali potranno essere le conseguenze per questi Stati in termini di accesso al cibo.
Blocco del Mar Nero: impossibile esportare cereali
Alla vigilia della guerra l'Ucraina e la Russia erano pronte ad avviare l'annuale campagna di semina dei cereali. Oggi, però, la stragrande maggioranza delle fattorie versa in stato di abbandono e varie stime indicano che il 20-30% delle aree coltivate in inverno rimarranno non raccolte. Il 7 maggio la Seed Association of Ukraine ha dichiarato: "Questa campagna di semina è, senza dubbio, la più difficile. Gli agricoltori devono affrontare molte sfide: dalla logistica e dalla fornitura di carburante alla sicurezza fisica dei loro lavoratori…". Le attenzioni al settore agroalimentare sono state ridotte. Sia in Russia che in Ucraina, il gasolio è stato dirottato prevalentemente per uso militare e, a febbraio, entrambi i paesi avevano 16 milioni di tonnellate di mais e 13,5 milioni di tonnellate di grano confezionato pronto per l'esportazione entro la fine del mese. Quei cereali però non sono mai usciti a causa del blocco del Mar Nero.