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Elezioni USA 2024

Quali sono gli Swing States alle elezioni USA 2024 e perché sono decisivi per i risultati del voto

Gli Stati in bilico, gli Swing States, sono quelli che possono determinare l’esito delle elezioni presidenziali americane del 5 novembre 2024. Si tratta di Michigan, Georgia, Arizona, Pennsylvania, Wisconsin, Nevada e North Carolina. In questi Stati chiave né Donald Trump né Kamala Harris possono contare su un bacino di voti sicuro.
A cura di Annalisa Cangemi
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Per le prossime elezioni presidenziali del 5 novembre negli Stati Uniti, al di là dei sondaggi, è difficile fare previsioni sul risultato finale: in alcuni Stati chiave infatti la sfida tra l'ex presidente repubblicano degli Stati Uniti Donald Trump e la vice presidente democratica Kamala Harris è ancora aperta.

Questo succede perché il l'inquilino della Casa Bianca viene eletto attraverso un'elezione indiretta: nel sistema elettorale americano non contano i voti totali ottenuti da un candidato, ma i grandi elettori, cioè i delegati, eletti dai cittadini americani, inviati da ogni Stato, che successivamente esprimeranno ciascuno un voto per il candidato presidente da loro sostenuto. I singoli Stati però non hanno lo stesso peso in termini elettorali: per esempio il candidato che trionfa in California ottiene 54 grandi elettori, mentre il Nevada ne assegna solo 6 e il Montana 4. Alla fine viene eletto chi raggiunge quota 270, ovvero la metà più uno dei 538 delegati totali. Nei 538 rientrano i 100 senatori, i 435 rappresentanti della Camera e i tre assegnati alla capitale Washington.

In 48 Stati su 50 (le uniche eccezioni sono il Nebraska e il Maine, dove i grandi elettori vengono assegnati solo in parte al candidato più votato nello Stato) è in vigore il meccanismo del winner-take-all: ovvero chi prevale nel voto popolare ottiene tutti i grandi elettori. L'esito del voto a livello statale è quindi più importante di quello che avviene a livello nazionale.

Fatte queste premesse, le presidenziali si giocano tutte nei cosiddetti ‘Swing States', chiamati anche ‘battleground states' o ‘purple states' (né blu né rossi): sono gli Stati in bilico o Stati chiave, quelli in cui la vittoria dei democratici o dei repubblicani non è scontata, e potrebbero  prevalere tanto Trump quanto Harris, senza che sia possibile determinarlo con anticipo. Tradizionalmente si tratta di Stati in cui la differenza tra i due candidati è inferiore al 3%. E così in questa tornata elettorale si deciderà tutto in Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, Georgia, North Carolina, Arizona e Nevada. In questi Stati l'elettorato non è schierato né con il Partito Democratico né con quello Repubblicano, e per questo Harris e Trump hanno concentrato maggiormente i loro sforzi in questi territori per raggiungere il maggior numero di elettori. Nel 2016 Trump si aggiudicò quasi tutti gli Stati in bilico, che rappresentavano 88 dei 538 grandi elettori.

Pennsylvania

La Pennsylvania, uno degli Stati del Midwest, insieme a Wisconsin e Michigan, è quello più importante. Nessun democratico ha vinto le elezioni americane senza la Pennsylvania, dal 1948 a oggi. Assegna 19 grandi elettori. Secondo gli analisti è uno Stato decisivo, perché se Trump dovesse vincere in tutti gli Stati dove è previsto vinca, aggiudicandosi la Pennsylvania sarebbe sicuro di farsi eleggere. Storicamente è uno Stato perennemente in bilico: al suo interno ci sono due città fortemente democratiche, Pittsburgh a Ovest e Philadelphia a Est, ma il suo centro è molto più conservatore, composto da comunità rurali e città post-industriali che faticano a riprendersi dal periodo Covid, che negli ultimi decenni hanno rappresentato un bacino di voti per i repubblicani. Qui dal 1992 al 2012 hanno vinto senza eccezioni i democratici, ma nel 2016 lo Stato è stata l'ago della bilancia per l'approdo di Trump alla Casa Bianca.

Wisconsin

Il Wisconsin, con 10 grandi elettori, fa parte, insieme a Michigan e Pennsylvania, del cosiddetto ‘muro blu', ovvero il blocco dei 18 stati che hanno votato per il candidato democratico alla presidenza in tutte le sei elezioni dal 1992 al 2012. Dopo decenni in cui i democratici hanno avuto la meglio, è stata la vittoria di Donald Trump nel 2016 a cambiare tutto: da quel momento è considerato uno Stato contendibile. Il presidente Joe Biden nel 2020 è riuscito a farlo colorare ancora di blu, strappandolo all'avversario per una manciata di voti. Fino a qualche anno fa, la classe media del Wisconsin era legata ai sindacati ma, come in tutto il Midwest, la delocalizzazione produttiva, la de-industrializzazione e la globalizzazione hanno provocato il declino economico e un forte malcontento. La situazione è ancora in bilico, visto che il Wisconsin è diviso tra aree rurali che votano per i repubblicani e aree urbane storicamente a favore dei democratici.

Michigan

Il Michigan mette in palio 15 grandi elettori. Insieme alla Pennsylvania e al Wisconsin, ha favorito l'affermazione di Trump nel 2016. È lo Stato con la più alta percentuale di arabi-americani, un dato non secondario, visto lo scenario di guerra in Medio Oriente e visto che qui ci sono almeno 200mila elettori registrati di fede musulmana. Biden poi è stato molto criticato per il suo appoggio a Israele. Un recente sondaggio ha certificato che i cittadini di origine araba non intendono votare per l'elezione di Kamala Harris alla Casa Bianca.

Arizona

L'Arizona 11 grandi elettori. Nel 2020 qui ha vinto Biden, dopo che la politica locale era stata a lungo dominata dai repubblicani. Al confine con il Messico, è particolarmente sensibile al tema dell'immigrazione. Oggi in Arizona i cittadini di origine ispanica rappresentano quasi un terzo dell'elettorato. Tra i sette Stati in bilico, l'Arizona è quella che ha visto il suo Pil aumentare di più: l'aumento del Pil pro-capite è stato del 13% tra il 2019 e il 2023, più del doppio della media nazionale. In generale, è uno degli Stati americani che negli ultimi vent’anni sono cresciuti di più a livello economico e quindi anche uno di quelli che sono cambiati di più, diventando più giovane e moderno. Qui uno dei temi cruciali della campagna elettorale sarà anche quello dell'aborto. Dopo che la Corte Suprema ha annullato nel 2022 la sentenza Roe v Wade, eliminando così il diritto federale delle donne ad abortire, l'Arizona ha rilanciato una legge del 1864, poi abrogata, che lo vietava in quasi tutte le circostanze. A novembre i cittadini saranno chiamati a votare sull'aborto tramite un referendum. Qui e campagne dei sostenitori del diritto d'aborto potrebbero sostenere Kamala Harris, e spingere molti cittadini ad andare alle urne.

Georgia

La Georgia assegna 16 grandi elettori. In questo Stato un terzo dalla popolazione è afroamericana, portatrice di solito di voti democratici, per cui potrebbe avere più facilmente la meglio Kamala Harris. Tradizionalmente è sempre stata considerata una roccaforte repubblicana. Alle ultime elezioni però Joe Biden ha battuto Donald Trump, anche se è stata una vittoria con pochi voti di scarto: soltanto 11.780. La gara è ancora aperta: molti cittadini ce l'hanno con il presidente Biden per l'aumento del costo della vita. Recentemente poi la Georgia è stata colpita dall'uragano Helene, che ha portato il governatore repubblicano Brian Kemp a dichiarare lo stato di emergenza in tutte le contee dello Stato.

North Carolina

In North Carolina, che offre 16 grandi elettori, nel 2020 ha vinto Donald Trump, per una manciata di voti, poco più di 70mila. Il North Carolina è stato l'unico degli Stato in bilico a non aver votato per Joe Biden. Tra le elezioni presidenziali del 1964 e quelle del 2020 l'unico democratico a conquistare la North Carolina è stato Barack Obama nel 2008. Dopo l'Arizona, è la Swing state che tra il 2019 e il 2023 ha fatto registrare la migliore performance economica (superiore alla media nazionale) in termini di crescita del Pil pro-capite reale. Sul tema dell'aborto, dopo la storica sentenza della Corte suprema americana, lo Stato ha introdotto uno dei divieti di aborto più duri del Paese, vietando alle donne di interrompere la gravidanza dopo 12 settimane. Come la Georgia, anche il North Carolina è stato investito dall'uragano Helene, e anche le aree interne occidentali dello Stato hanno subito gli effetti distruttivi del maltempo.

Nevada

Il Nevada mette in palio 6 grandi elettori. Lo Stato del Sud Ovest non è più repubblicano dal 2004. È l'unico tra gli Stati chiave del 2024 ad aver votato sia per Hillary Clinton che per Joe Biden. Anche se è andato ai democratici nelle ultime elezioni, viste le difficoltà affrontate dopo la pandemia di Covid, l'elettorato potrebbe rivolgersi verso i repubblicani. Qui Trump ha promesso un drastico taglio delle tasse, se dovesse essere eletto. Per stabilire chi vincerà la sfida tra Trump e Harris sarà determinante la popolazione ispanica del Nevada: alcuni sondaggi mostrano come il tycoon sia in grado di espugnare questo fortino di potenziali di voti, soprattutto tra gli elettori maschi. Trump in Nevada ha anche un altro vantaggio: come imprenditore ha gestito diversi affari a Las Vegas, dove possiede ancora un hotel.

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