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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Qual è la forza militare di Hezbollah e cosa potrebbe accadere in caso di attacco di Israele al Libano

Giuseppe Dentice, analista del CESI: “Hezbollah dovrebbe avere tra i 150mila e i 200mila missili, razzi e droni, ed essere potenzialmente in grado di colpire tutti gli obiettivi strategici del fronte nord israeliano, danneggiando le batterie Iron Dome ma anche infrastrutture militari e civili”.
Intervista a Giuseppe Dentice
Analista specializzato in Medio Oriente e Nord Africa del CESI (Centro Studi Internazionali) nonché dottore di ricerca in “Istituzioni e Politiche” presso la Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
A cura di Davide Falcioni
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La guerra tra Israele ed Hezbollah è sempre più vicina. La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno infatti avvertito l'organizzazione paramilitare islamista sciita di non essere in grado in alcun modo di fermare Tel Aviv, il cui attacco al Libano potrebbe essere lanciato giù nei prossimi giorni aprendo un nuovo fronte dopo quello di Gaza.

L'esito di questo conflitto, tuttavia, è tutt'altro che scontato: anche se lo Stato Ebraico potrà contare sul sostegno politico, economico e soprattutto militare degli Stati Uniti difficilmente riuscirà ad avere la meglio su Hezbollah, organizzazione supportata dall'Iran che dal 2006 ha accumulato tra i 150 e i 200mila missili, un arsenale potenzialmente in grado di mettere in crisi il sistema di difesa Iron Dome di Tel Aviv.

Non solo: la milizia sciita potrà contare sull'aiuto di Teheran, come spiega a Fanpage.it Giuseppe Dentice. "L'Iran non starà a guardare. Non sappiamo se ci sarà una presenza sul terreno, ma Hezbollah potrà comunque contare su un supporto concreto che arriverà anche da Iraq e Siria tramite milizie sciite iraniane. In ogni caso quella che sta per scoppiare può essere tranquillamente definita una guerra tra Israele e Iran, con il Libano come teatro dello scontro".

Questa mattina funzionari statunitensi hanno lanciato un avvertimento a Hezbollah: non dare per scontato che Washington possa impedire a Israele di lanciare un attacco al Libano. Perché questa comunicazione?

È indubbio che quella americana sia stata una comunicazione inusuale. Tuttavia, alla luce dell'escalation che è stata lanciata da tempo, le dichiarazioni dei funzionari USA non devono stupire più di tanto. Le loro parole dimostrano che gli Stati Uniti non sono in grado di controllare il suo più importante alleato internazionale, Israele; quelle dichiarazioni ci dicono però anche che i preparativi per un nuovo fronte di conflitto in Medio Oriente sono ormai in fase avanzata. Insomma, l'attacco è ormai imminente, questione probabilmente di giorni. D'altro canto lo stesso Benjamin Netanyahu nel weekend aveva annunciato che l'operazione contro Hezbollah sarebbe iniziata a breve, e indipendentemente dall'andamento della guerra a Gaza. È importante però sottolineare un elemento: Israele può lanciare questa nuova minaccia e prepararsi a un grande sforzo economico, politico e militare contro Hezbollah proprio perché è sicuro della copertura fornita dagli Stati Uniti.

Secondo un rapporto statunitense diffuso nei giorni scorsi dal Guardian le batterie antimissilistiche Iron Dome israeliane rischiano di essere sopraffatte dagli attacchi di Hezbollah, che dal 2006 avrebbe accumulato tra 120mila e 200mila missili. Sono numeri realistici?

I numeri sono verosimilmente reali: secondo le nostre stime Hezbollah dovrebbe avere tra i 150mila e i 200mila missili, razzi e droni, ed essere potenzialmente in grado di colpire tutti gli obiettivi strategici del fronte nord israeliano, danneggiando le batterie Iron Dome ma anche infrastrutture militari e civili. Penso ad esempio al porto di Haifa, snodo fondamentale non solo per i commerci israeliani nel Mediterraneo ma anche perché, di fatto, quell'area è una zona fondamentale per il controllo delle attività marittime verso la Siria, a nord del Libano. Insomma, la minaccia di Hezbollah è realistica e molto seria, e lo è anche grazie al supporto fornito al governo di Assad in Siria. Non a caso oggi anche Damasco ha la capacità di saturare la capacità di difesa antimissilistica israeliana, e Tel Aviv soffrirebbe soprattutto se gli attacchi provenissero anche dall'Iraq.

Blindati del contingente ONU UNIFIL
Blindati del contingente ONU UNIFIL

Insomma, l'esito di una guerra tra Israele e Hezbollah non sarebbe scontato e favorevole allo stato ebraico. Non è detto che Tel Aviv avrebbe la meglio…

No, soprattutto se Hezbollah troverà la collaborazione di Siria, Iraq e di tutto quello che viene definito "asse della resistenza", guidato dall'Iran. Va inoltre considerato che il Libano è un paese di fatto destrutturato, che dal 2019 vive una drammatica crisi economica ma anche istituzionale, essendo vacanti il governo e il Presidente della Repubblica. Le forze armate del Paese dei Cedri sono le uniche ufficialmente riconosciute, ma devono scontare le infiltrazioni delle milizie più varie, sia da parte di Hezbollah che dalle altre comunità che compongono il complesso quadro della società libanese. Insomma, quello attuale è il terreno perfetto per lo scoppio di una guerra civile con possibili conseguenze anche nel nord di Israele. Inoltre non va dimenticato che lo scoppio di una nuova guerra rischierebbe di mobilitare l'intero arco mediorientale. Il rischio è che possano attivarsi altri fronti contemporaneamente, un po' come abbiamo visto nel Mar Rosso. Non va infine dimenticata la Cisgiordania: lì stanno avvenendo tantissime cose e quel territorio potrebbe diventare un serbatoio di tensioni e rancori, che per Israele si andrebbero a sommare alla situazione in Libano. Insomma, il contesto è oggettivamente molto pericoloso per tutti.

Quale sarà il ruolo degli Stati Uniti se Israele aprirà, come sembra certo, anche il fronte di guerra libanese?

Gli USA hanno annunciato che saranno al fianco di Israele, anche se non sappiamo se interverranno direttamente sul campo. Di certo, comunque, sono già in atto movimenti ad ampio spettro, e non a caso la portaerei Eisenhower è già in navigazione tra il Mar Mediterraneo e l'Oceano Indiano.

Hezbollah, invece, otterrebbe supporto dall’Iran?

Teheran non starà a guardare. Anche in questo caso non sappiamo se ci sarà una presenza sul terreno, ma Hezbollah potrà comunque contare su un supporto concreto che arriverà – oltre che direttamente da Teheran – anche da Iraq e Siria tramite milizie sciite iraniane. In ogni caso quella che sta per scoppiare può essere tranquillamente definita una guerra tra Israele e Iran, con il Libano come teatro dello scontro.

Attualmente in Libano è presente la Forza di Interposizione UNIFIL dell'ONU, che conta anche un contingente italiano di oltre mille militari, il più numeroso in assoluto. Quale sarà il ruolo di questa missione delle Nazioni Unite nel contesto della prossima possibile guerra tra Israele e il Libano?

La ratio della missione ONU dovrà necessariamente cambiare: non basterebbe più fare interposizione tra le parti ma si dovrebbe intervenire a favore di uno dei due attori, o con un mandato completamente diverso e tutto ancora da definire. Se sì andrà incontro a un conflitto – cosa che appare ormai certa – la missione UNIFIL dovrà essere rimodulata in toto e anche il ruolo dei soldati italiani cambierà radicalmente.

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