Qual è il ruolo del Qatar nella guerra tra Israele e Hamas e perché può essere il mediatore ideale
Se c'è uno Stato che potrebbe giocare un importante ruolo di mediatore tra Hamas e Israele, il cui conflitto rischia di far salire alle stelle la tensione in tutto il Medio Oriente, quello è il Qatar, artefice di una intensa iniziativa diplomatica e già al centro delle trattative per il rilascio degli ostaggi a Gaza.
Il ruolo del Qatar come mediatore nel conflitto israelo-palestinese
Il Qatar ha già avuto un ruolo di mediazione nelle trattative per il rilascio delle due cittadine americane liberate alla fine della scorsa settimana, Judith e Natalie Raanan, e di due donne israeliane, che erano state catturate da Hamas lo scorso 7 ottobre.
Poche ore dopo la liberazione delle due statunitensi rapite in Israele, in particolare, il presidente americano Joe Biden aveva ringraziato pubblicamente l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani. Nelle ultime settimane, poi, il segretario di Stato Usa Antony Blinken è volato più volte a Doha e davanti al primo ministro Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani ha apprezzato "l’urgenza con cui il Qatar sta portando avanti questa questione". Ma a cosa è dovuta l'importanza crescente del piccolo emirato del Golfo Persico per risolvere il conflitto in corso?
Il legame del Qatar con gli Stati Uniti
Uno dei motivi era stato già anticipato a Fanpage.it dal professor Raffaele Marchetti, Prorettore all'Internazionalizzazione e docente di Relazioni Internazionali presso il dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Luiss Guido Carli di Roma, il quale aveva spiegato che il Qatar "ha una certa tradizione di colloqui, pensiamo ad esempio a quelli tra Donald Trump e i talebani a Doha nel 2020″. Ma già nel 2016 Washington aveva utilizzato la mediazione del Qatar per la liberazione del cittadino canadese Colin Rutherford, imprigionato in Afghanistan.
Il Qatar, infatti, è diventato nel tempo uno dei maggiori alleati degli Stati Uniti nella regione. I loro rapporti si sono rinsaldati dal 1996 quando fu costruita la base militare e aerea di Al Udeid. Concessa in uso alle forze armate americane, ospita il quartier generale del Comando centrale per le operazioni in Medio Oriente, Nord Africa e Asia Centrale, che è stato fondamentale per le missioni Usa in Iraq, Afghanistan e Siria.
I rapporti del Qatar con Hamas
Fondamentale è poi anche il rapporto con Hamas. Nella capitale qatariota, infatti, si sono rifugiati alcuni esponenti di primo piano dell'Organizzazione islamista, compreso uno dei capi di fatto, Ismail Haniyeh. Doha finanzia Hamas dal 2007, da quando il Gruppo ha preso il controllo della Striscia di Gaza, grazie anche e soprattutto alle sue ingenti disponibilità economiche dovute ai giacimenti di gas naturale. Scuole, ospedali e uffici pubblici nell'enclave sono stati costruiti e gestiti proprio grazie ai soldi qatarioti.
Ma Hamas non è l'unico gruppo che il Qatar finanzia. Ce ne sono anche altri che promuovono l'applicazione fedele della dottrina dell'Islam, come i Fratelli Musulmani attivi in vari Paesi come Libia, Tunisia ed Egitto. Ora, anche per la sua posizione geografica strategica, il Qatar ha tutto l'interesse a mantenere sotto controllo la situazione in Medo Oriente. L'emiro Tamim bin Hamad Al-Thani, nel suo discorso annuale di apertura del Consiglio della Shura a Doha qualche ora, fa ha ribadito che il conflitto in corso rappresenta "una pericolosa escalation che minaccia la regione e il mondo intero" e che a Israele "non va concesso il via libera per uccisioni incondizionate"