Qual è il piano di pace del consigliere speciale di Trump per fermare la guerra tra Russia e Ucraina
“Garantire la pace attraverso la forza e rendere gli Usa e il mondo di nuovo sicuri”, è questo il messaggio lanciato nei giorni scorsi dal Presidente eletto Donald Trump per risolvere la guerra tra Ucraina e Russia incaricando un inviato speciale, il generale Keith Kellogg. Ma qual è il piano di pace del consigliere speciale di Trump per porre fino al conflitto? Una risposta potrebbe arrivare da alcune sue recenti dichiarazioni e alcuni scritti che delineano la visione del Generale.
Si tratta in pratica di due punti cardine ribaditi più volte dal neo consigliere: Continuare ad armare l’Ucraina per impedire ulteriori avanzate russe ma al contempo puntare sul congelamento del fronte e spingere sulla diplomazia concedendo a Mosca alcune delle sue richieste come la rinuncia alla Nato da parte di Kiev.
Secondo l’ottantenne, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, un cessate il fuoco e il congelamento delle linee del fronte sarebbe la prima condizione essenziale. Da qui infatti si dovrà partire per intavolare una trattativa con Putin, senza demonizzarlo. Per Kellogg “la politica formale degli Stati Uniti deve essere quella di cercare un cessate il fuoco e una soluzione negoziata” e che gli ulteriori aiuti a Kiev devono essere subordinati ai negoziati tra l'Ucraina e la Russia.
Kellogg infatti parte dalla considerazione che gli Stati Uniti non hanno bisogno di essere coinvolti in un altro conflitto e che le proprie scorte di armi hanno sofferto troppo per aver aiutato l'Ucraina, lasciando il paese potenzialmente esposto a qualsiasi altro conflitto. Secondo il Generale, L'adesione dell'Ucraina alla NATO dovrebbe essere sospesa a tempo indeterminato, "in cambio di un accordo di pace completo e verificabile con garanzie di sicurezza".
Entrando nei dettagli, il consigliere speciale di Trump prevede una sorta di zona demilitarizzata tra i due eserciti sul fronte attuale che la Russia dovrebbe accettare in cambio della cancellazione di una parte delle sanzioni. Tra le altre ipotesi di Kellogg, anche una tassa sulle esportazioni di energia russa per pagare la ricostruzione dell'Ucraina mentre all’Ucraina non verrebbe chiesto di rinunciare alla rivendicazione del territorio occupato, ma dovrebbe agire solo attraverso la diplomazia.
Grenell ha già espresso anche il suo sostegno alla creazione di “regioni autonome” all’interno dell’Ucraina, anche se non ha spiegato in dettaglio in cosa consisterebbero. Al momento ovviamente è ancora troppo presto per dire quale sarà la strategia definitiva del team di Trump per porre fine alla guerra in Ucraina ma alcune proposte di Kellogg sono già sulla scrivania del consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz che ne discuterà col Presidente eletto.