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Guerra in Ucraina

“Putin vuole terrorizzarci fino alla sottomissione: non bisognerebbe mai abituarsi alla morte”

In un lungo reportage pubblicato per il Guardian, la giornalista Nataliya Gumenyuk racconta la vita a Kiev, tra voglia di resistenza e paura di ciò che accadrà nei prossimi giorni.
A cura di Natascia Grbic
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Gruppi di sabotatori russi in giro per Kiev, combattimenti in strada, metropolitana trasformata in rifugio antiaereo e persone che scavano trincee. Questa l'immagine che si è parata davanti agli occhi di Nataliya Gumenyuk, giornalista ucraina, che in un lungo racconto per il Guardian ha messo nero su bianco cosa sta accadendo nella capitale, che ha cambiato completamente aspetto. Alcune persone, molte delle quali civili, si stanno organizzando in unità di difesa del territorio diffuse nei vari quartieri. Ex ufficiali, soldati in pensione, infermieri, dottori. In tanti si mettono in fila davanti questi chioschi, che arruolano volontari. Tante sono le persone ferite durante i combattimenti, centinaia i morti. Devastati gli edifici, con all'interno quelle che erano le case e gli uffici di persone che solo fino a qualche giorno fa conducevano una vita assolutamente normale.

Secondo quanto riportato da Gumenyuk, i treni in Ucraina consentono a tutti – compresi i cittadini stranieri – di viaggiare senza biglietto. Tante le ore di attesa che sembrano non passare mai, soprattutto per chi sta cercando con tutte le sue forze di allontanarsi dalla guerra. La lotta però è aspra anche in altre città più piccole, che finora non sono apparse sui media: tra queste Irpin, Hostomel, Bucha, mentre a Vasylkiv è stato distrutto il college dove studiano specialisti informatici, operai edili, cuochi e barbieri. Le diciotto persone che vi erano alloggiate si sono salvate, e sono state evacuate prima del bombardamento. "Grazie a Dio, tutti sono vivi – ha dichiarato la direttrice Liudmyla Postolenko – Ma i nostri cuori sono spezzati. I nostri bambini piangono… Ma, sai, tra i nostri studenti ci sono operai edili, saldatori, quindi ricostruiremo. Quello che dobbiamo fare è prenderci cura e sostenere coloro che stanno combattendo".

Per le strade di Kiev moltissime le scritte che invitano i soldati russi a deporre le armi. "Soldato russo, fermati! Non uccidere la tua anima per gli oligarchi di Putin. Rimani senza sangue sulle tue mani". E ancora: "Soldato russo, basta! Come puoi guardare gli occhi dei tuoi figli? Rimani umano". "Scatto foto di edifici casuali: lo zoo di Kiev, il teatro dell'opera, il mio ex ufficio – scrive Gumenyuk – Il giorno dopo, potrebbero non essere lì. Per mesi, prima che l'aviazione di Putin attaccasse l'Ucraina, mi è stato chiesto dall'estero perché gli ucraini non fossero nel panico. Dissi che non avevamo paura e che la fonte della nostra fiducia era la convinzione che avremmo potuto dimostrare alla Russia che alla lunga eravamo invincibili". Ora il piano, scrive la giornalista, è terrorizzare gli ucraini fino alla sottomissione. "In pochi giorni potremmo aver bisogno di abituarci alla vita senza elettricità o acqua corrente. Gli ucraini sono pronti per questo. Ma la perdita di tutte le vite sembra diversa. Si tratta di perdite che avrebbero potuto e dovuto essere prevenute. Sono qualcosa a cui né noi né il mondo esterno dovremmo abituarci".

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