Russia-Ucraina, Putin vuole la resa di Mariupol per fermare i bombardamenti: “Nazionalisti ucraini depongano le armi”
Vladimir Putin torna a chiedere la resa di Mariupol come condizione per porre fine ai bombardamenti che da settimane ormai continuano sulla città affacciata sul Mar d'Azov provocando una vera e propria catastrofe umanitaria. Nel corso di un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, il leader del Cremlino ha ribadito che i "nazionalisti" ucraini devono deporre le armi a Mariupol, arrendersi e consegnare la città ai russi. L'obiettivo, per il russo, è quello di collegare in questo questo modo finalmente la Penisola di Crimea alle autoproclamate repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk nella regione del Donbass. Nella conversazione tra i due, come riporta un comunicato dell'Eliseo, si è parlato anche di corridoi umanitari e del pagamento in rubli del petrolio russo. Ma, intanto, la situazione per i civili resta difficile, con interi quartieri completamente distrutti dagli attacchi dell'esercito di Mosca.
I funzionari francesi hanno definito "catastrofica" la situazione della città e hanno aggiunto che "le popolazioni civili devono essere protette e devono lasciare la città se lo desiderano. Devono avere accesso agli aiuti alimentari, all'acqua e ai medicinali di cui hanno bisogno". Cosa che al momento non è possibile. "Questa situazione umanitaria molto degradata è legata all'assedio della città da parte delle forze armate russe", si legge nel comunicato. La Francia, insieme a Turchia, Grecia e a diversi gruppi umanitari, ha presentato un piano per evacuare la città a Putin, il quale ha dichiarato che "penserà alla proposta" prima di dare una risposta definitiva. Ma al momento l'unica condizione perché l'offensiva russa su Mariupol termini è la resa delle truppe ucraine.
Intanto, continuano i combattimenti. Oggi sarebbe stata bombardata la sede della Croce Rossa a Mariupol, come ha riferito il difensore civico dell'Ucraina, sottolineando che a essere colpito è stato un edificio con l'insegna della Croce Rossa sul tetto. "Si tratta di uno dei peggiori crimini di guerra", ha detto il Battaglione Azov. Secondo il sindaco Vadym Boychenko, che è stato evacuato dalla città, quasi cinquemila persone, tra cui circa 210 bambini, sono state uccise dall'inizio dei bombardamenti russi.