“Putin sta facendo come Hitler: non ha più alcuna fiducia nei suoi generali”
Putin sarebbe sempre più il protagonista delle decisioni della Russia nella guerra in Ucraina, anche sul campo da combattimento. È quanto hanno dichiarato alcuni analisti come ha scritto il quotidiano inglese The Guardian: secondo alcuni funzionari militari occidentali il presidente russo starebbe addirittura dirigendo le operazioni sul terreno, arrogandosi compiti che di solito sono di pertinenza di un colonnello o di un comandante di brigata. Proprio al numero uno del Cremlino, sostengono alcuni osservatori, sarebbero da imputare i fallimenti militari nella regione del Donbass: basti pensare che un tentativo di accerchiare le forze ucraine a Est lungo il fiume Siverski Donets la scorsa settimana ha provocato quasi 500 morti e la perdita di oltre 70 veicoli blindati, per altro non sotto la copertura dell'oscurità ma in pieno giorno.
Quindi, se si deve credere all'affermazione degli analisti, l’ipotetica responsabilità dello zar si ricollega al fatto che, scrive la testata britannica, "il processo decisionale ‘a livello di colonnello o comandante di brigata’ implica il comando di brigata di due o più battaglioni, con un movimento di 1.500 o più soldati: proprio il tipo di forza che ha tentato senza successo di attraversare il fiume strategico". Il professor Lawrence Freedman del King's College di Londra, ha affermato di aver giudicato plausibile la dichiarazione militare sul livello di coinvolgimento di Putin: "Putin ha inseguito l'operazione militare, prima dando pochissimo preavviso che avrebbe lanciato un attacco e poi spingendo forte per vittorie rapide. Questo è stato in particolare il problema con la seconda fase della guerra, nel Donbass".
Il presidente russo "dà l'idea di un leader politico impaziente o non più fiducioso nei confronti dei suoi generali, in particolare ricorda la caduta di Adolf Hitler, che nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale, come descritto dal biografo Ian Kershaw, rifiutò di prestare attenzione alle richieste dei suoi generali per ritirate tattiche a est e insistette invece con controffensive eccessivamente ottimistiche, come nelle Ardenne nell'inverno 1944/5″, ha aggiunto Dan Sabbagh sul giornale britannico.