Putin si è comprato la Bielorussia e l’ha pagata 1,5 miliardi di dollari (più il vaccino)
Vladimir Putin concederà un prestito alla Bielorussia pari a 1,5 miliardi di dollari, ufficialmente per rilanciare e sanare l'economia del paese evitando una crisi nel breve periodo, ed invierà dei lotti del vaccino anti-Coronavirus Made in Russia, chiamato Sputnik V, che gli scienziati di Mosca stanno mettendo a punto ma che sarà pronto nei prossimi mesi. Si è concluso così lo storico incontro avvenuto ieri a Sochi tra il capo del Cremlino e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko che, dopo settimane di proteste, ha deciso di volare in Russia e discutere del suo futuro con l'omologo di Mosca. Le manifestazioni a Minsk sono in corso da più di un mese, da quando proprio Lukashenko ha dichiarato la vittoria alle elezioni presidenziali del 9 agosto e poi ha represso spietatamente i suoi oppositori.
Come riporta il quotidiano inglese The Guardian, il colloquio tra i due leader sarebbe, tuttavia, qualcosa di più di un semplice meeting tra due colleghi. Lukashenko, che ha dichiarato di preferire morire piuttosto che rinunciare al potere, ha, infatti, voluto mostrare ai suoi oppositori politici di avere dalla sua parte un potente alleato, non solo dal punto di vista economico ma anche militare visto che Putin ha già predisposto, al confine tra i due stati, una riserva di forze dell’ordine pronte a intervenire nel caso in cui le manifestazioni in Bielorussia diventino meno gestibili. Da parte sua, invece, il presidente russo vuole approfittare della situazione di incertezza della Bielorussia per poter far valere gli accordi siglati nel 1997 secondo i quali tra i due paesi vige un’unione fiscale, politica ed economica. E con un prestito da 1,5 miliardi di dollari il potere di Mosca sulla Bielorussia sarebbe ancora maggiore. Addirittura per alcuni ciò significherebbe che Putin stia puntando a una sorta di annessione della Bielorussia: formalmente i due stati sarebbero separati, ma Minsk sarebbe controllata dal governo russo.
In realtà, i due paesi formano nominalmente una sorta di Unione, che prevedrebbe il controllo di una serie di istituzioni comuni ma che esiste solo sulla carta, in parte perché in passato Lukashenko è stato riluttante a cedere il potere. Per questo gli oppositori di quest'ultimo lo hanno accusato di aver svenduto il Paese. Oltre al prestito in denaro, Putin avrebbe anche promesso alcune dosi del vaccino anti-Covid Sputnik V, dopo aver annunciato di "aver esaminato la partecipazione della Bielorussia alla terza fase delle sperimentazioni dell'antidoto russo". La leader ed ex candidata alla presidenza Svetlana Tikhanovskaya ha dichiarato dalla Lituania, dove è costretta all’esilio, che "qualsiasi accordo siglato a Sochi non avrà valore legale perché il popolo bielorusso ha ritirato la fiducia e il sostegno a Lukashenko alle elezioni. Mi dispiace che Putin abbia deciso di dialogare con un usurpatore e non con il popolo bielorusso".