Putin ritira le truppe russe dalla Siria
Le truppe russe lasceranno la Siria: lo ha deciso oggi il presidente Vladimir Putin, che ha ordinato ai generali del suo esercito di avviare il ritiro della maggior parte degli uomini impegnati nell'intervento militare che, secondo il capo del Cremlino, ha raggiunto i suoi obiettivi: "Credo che la missione del ministero della Difesa russo e delle Forze armate russe in Siria sia terminata. Ho ordinato di iniziare il ritiro di gran parte dei nostri militari, a partire da domani", ha spiegato il presidente russo, che si augura che questa decisione sia "una buona motivazione per dare inizio alle negoziazioni politiche tra le forze del Paese". Da Mosca, Putin ha dato contestualmente l'ordine ai suoi diplomatici di intensificare il loro impegno nel difficile negoziato di pace per porre fine al più presto al conflitto in Siria, iniziato nel 2011 e causa della morte di quasi 300mila persone e la diaspora di milioni di civili, una parte dei quali stanno tentando di mettersi in salvo attraverso l'Europa. "Spero che il ritiro russo dalla Siria dia un segnale positivo a tutte le parti coinvolte nel conflitto e serva ad aumentare il livello di fiducia di tutti i partecipanti", ha detto.
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha reso noto che Putin ha telefonato al presidente siriano Bashar al-Assad per informarlo della decisione. Continueranno ad essere operative la base aerea di Hemeimeem, nella provincia di Latakia, e quella navale nel porto di Tartous. La decisione del leader russo arriva a poche ore di distanza dalla diffusione di un rapporto stilato della Syrian American Medical Society (Sams), dal titolo ‘A New Normal: Ongoing Chemical Weapons Attacks in Syria'. Il dossier che l'uso di armi chimiche, da parte delle varie forze combattenti, ha causato 1.491 morti e 14.581 feriti . Il rapporto è stato stilato grazie ai resoconti forniti dei medici e dei lavoratori del settore sanitario.