“Putin fuori dalla realtà, può usare armi atomiche”: un consulente del Cremlino parla a Fanpage.it
Il presidente “non è più in contatto con la realtà”, la decisione di invadere l’Ucraina era “inconcepibile” e l’ipotesi di una guerra nucleare è realistica: detto da un consulente del Cremlino per la politica estera, fa parecchia impressione. Andrei Kortunov ci riceve nel palazzo del centro di Mosca dove ha sede il Riac (Russian International Affairs Council), l’istituto governativo di cui è direttore. Il Riac fornisce analisi e raccomandazioni all’amministrazione presidenziale. Documenti che arrivano sulla scrivania di Putin. Inutilmente, a quanto pare. “Sono davvero depresso e imbarazzato per quel che sta succedendo” dice Kortunov a Fanpage.it. Abituati a sentirlo difendere la politica russa e a spiegarne la razionalità, restiamo sorpresi.
È stata quindi una decisione sbagliata, quella di Putin di attaccare l’Ucraina?
La decisione non ha fondamento logico, perché le implicazioni negative per la Russia e i danni collaterali sono molto chiari, mentre le implicazioni positive non sono chiare per niente. L’analisi costi/benefici che ho fatto concludeva che una mossa del genere fosse impossibile, inconcepibile. E molti che conosco pensavano lo stesso. Evidentemente ci siamo sbagliati. Evidentemente, la mia logica è diversa da quella di chi ha preso la decisione.
Implicazioni negative per la Russia, diceva…
A parte le perdite in termini di vite umane, c’è il problema dei futuri rapporti con l’Ucraina. E ci sono le sanzioni. Si cercherà di isolare la Russia dall’economia globale.
Avete sempre gas e petrolio.
Sì, i paesi europei al momento non possono fare a meno del nostro gas. Così per un pò resteremo il maggior fornitore. Ma gradualmente l’Europa cercherà di sostituire la Russia con altri produttori.
La Cina potrà potrà prendere il posto dell’Europa?
In parte sì, ma con la Cina come solo cliente, sarà la Cina a imporre i termini del rapporto, e ovviamente lo farà a suo favore. Ci saranno problemi, per la Russia. Se hai un solo mercato ed è dominato dal cliente, allora come produttore sei nei guai.
Tra le conseguenze negative, anche il modo in cui il mondo guarda ai russi.
Il risentimento dovrebbe essere solo nei confronti del sistema di potere, della politica estera o dell’operazione militare in Ucraina (Kortunov evita di chiamarla “guerra” o “invasione”: in Russia è proibito, ndr). Invece c’è un odio che colpisce anche la società e i cittadini russi. Cosa che mi fa male davvero, perché non ho mai visto una cosa simile. Nemmeno ai tempi dell’Urss: l’Occidente ha sempre fatto una distinzione fra stato e società.
Ma insomma, al Cremlino non se li immaginavano proprio tutti questi effetti deleteri? Perché l’invasione?
Come dicevo, chi ha deciso non ragiona come noi. Non c’era bisogno di essere scienziati per capire cosa sarebbe successo. Si è ritenuto che gli eventi in Ucraina comportassero pericoli non solo per la sicurezza della Russia ma per la sua stessa esistenza. E questo ha messo in ombra ogni altra considerazione.
Se al vertice si ragiona così, allora la paventata opzione nucleare è realistica?
Se la Nato interferirà direttamente, per esempio imponendo una no-fly zone sull’Ucraina, o assistendo l’Ucraina direttamente in modo significativo, certamente ciò potrebbe esser considerato un’aggressione militare diretta della Nato alla Russia. In questo caso, ogni opzione sarebbe sul tavolo.
Ci sono vie d’uscita dalla situazione attuale?
Non ne vedo di immediate. Il problema è che sia la leadership russa che quella ucraina pensano che il tempo sia dalla loro parte. Questo rende difficile un compromesso. Mosca è votata a continuare l’operazione militare (sic) fino alla fine. Anche se i costi sono più alti di quelli anticipati. Ritiene, a ragione, di avere una chiara superiorità sul campo. E che vincerà. Gli ucraini credono che la comunità internazionale non li abbandonerà, credono nella loro solidità sociale e non sono pronti ad arrendersi. Manca la volontà politica delle due parti di raggiungere un compromesso.
Cosa potrebbe “accontentare” Putin?
Ha messo molte linee rosse di fronte agli ucraini. Alcune sono più rosse di altre. Quella che vieta l’ingresso dell’Ucraina nella Nato è molto rossa.
Si parla di circoli vicini al potere che cercano di convincere Putin a fermarsi.
Non credo che nessuno all’interno della élite possa influenzare Putin. Lui è l’unico a prendere le decisioni. È così che è organizzato il processo decisionale nel nostro paese. Se un’influenza è possibile, dovrebbe arrivare dall’esterno. Da una persona di cui il presidente si fida e che rispetta. Qualcuno che conosca la situazione e possa dimostrare empatia verso entrambe le parti.
Chi, per esempio?
Angela Merkel. È molto rispettata sia a Kyiv che a Mosca, conosce la situazione, non è più al potere e quindi può prendere posizioni più flessibili.
Andrey Kortunov ha da lavorare, anche se gli eventi recenti hanno fiaccato il suo entusiasmo. Ci congeda dicendo che la Merkel sarebbe proprio «la mediatrice ideale». Aggiunge che però c’è poco da aspettarsi da un Putin che ormai «non è in contatto con la realtà».