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Guerra in Ucraina

Putin firma nuova legge dopo la mobilitazione parziale: “Pene più dure a chi si arrende o diserta”

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato oggi un pacchetto di emendamenti al codice penale relativo al servizio militare: fino a 10 anni di carcere in caso di diserzione o mancata comparizione alla leva.
A cura di Ida Artiaco
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Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato oggi un pacchetto di emendamenti al codice penale relativo al servizio militare.

La notizia giunge pochi giorni dopo l'annuncio di mobilitazione militare parziale, che interesserà 300mila riservisti, secondo le stime del Cremlino, che saranno chiamati a combattere in Ucraina.

Secondo la nuova legge, che era stata approvata dalla Duma all'inizio della settimana, la diserzione o la mancata comparizione alla leva è punita con la reclusione da cinque a dieci anni.

Coloro che si arrendono volontariamente al nemico dovranno affrontare una pena detentiva fino a dieci anni. Inoltre, 15 anni di detenzione sono previsti per la diserzione durante la mobilitazione o la legge marziale, riporta la Tass.

Attraverso la medesima legge, inoltre, Mosca faciliterà la concessione della cittadinanza agli stranieri che combattono nelle file delle forze armate russe.

La situazione si complica, dunque, per i cittadini russi che, per evitare di andare a combattere in Ucraina, stanno cercando di lasciare il Paese.

Non solo la maggior parte dei biglietti dei voli diretti con gli altri Paesi risultano esauriti o con prezzi alle stelle, ma si sta intensificando anche il traffico via terra: migliaia di russi hanno abbandonato il Paese e alla frontiera con la Georgia, così come con la Finlandia nei giorni scorsi, ci sono lunghe code per uscire dalla Federazione.

Dalla scorsa settimana è raddoppiato il numero di russi che vogliono attraversare proprio il confine con la Finlandia. A confermarlo, in un'intervista alla Bbc, è il prefetto della Carelia del Sud, Satu Sikanen. La Carelia del Sud, il cui capoluogo è Lappeenranta, è una delle aree del Paese scandinavo che ha il maggior numero di chilometri confinanti con la Russia.

La situazione "è stabile e pacifica", e "ogni persona che attraversa la frontiera dalla Russia viene controllata in maniera esauriente" per mitigare qualsiasi minaccia alla sicurezza, ha spiegato Sikanen, confermando che Helsinki è intenzionata a mettere in campo "restrizioni significative" per il rilascio dei visti.

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