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Putin: disponibile a sostituire i peacekeeper austriaci sul Golan

Gli scontri lungo il confine tra Siria e Israele stanno preoccupando i paesi i cui contingenti di pace si trovano nella fascia di sicurezza Onu. L’Austria ha deciso di ritirare le sue truppe giovedì e venerdì Putin ha dichiarato di essere disponibile a sostituirle con un contingente russo.
A cura di Laura Murino
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Putin ha comunicato all'agenzia stampa RIA Novosti di essere disponibile a sostituire le truppe austriache sul Golan con un contingente russo. “Considerando la difficile situazione che si sta sviluppando oggi sull'altura del Golan, noi potremmo rimpiazzare il contingente austriaco in partenza in questa regione che separa le forze Israeliano dall'esercito Siriano” ha affermato il presidente russo. La dichiarazione è arrivata dopo che Vienna ha preso la decisione di ritirare le truppe dall'Altopiano. La Russia si renderebbe quindi disponibile qualora le Nazioni Unite e i Paesi delle regioni interessate lo richiedessero. Il governo austriaco ha iniziato a ritirare le truppe, che fanno parte del contingente di pace dell’ONU, a causa dell'aggravarsi degli scontri in Siria. Il cancelliere Werner Faymann e il vice-cancelliere Michael Spindelegger hanno affermato che “alla luce di questo, il Ministero della difesa ha detto che… le truppe americane che partecipano alla missione UNDOF non possono essere mantenute oltre per ragioni militari”. L’annuncio del ritiro delle Forze di Disimpegno degli Osservatori delle Nazioni Unite austriache (UNDOF) è arrivato giovedì, dopo la battaglia di Quneitra in Siria, nella quale sono rimasti feriti due militari dell'UNDOF. Lo stato di Israele, allarmato, ha immediatamente richiesto alle Nazioni Unite che le truppe vengano sostituite al più presto.

Le truppe peacekeeper austriache sono 380 delle 1.100 presenti e impegnate nel monitoraggio del cessate il fuoco tra la Siria e Israele. Proprio per questo ruolo fondamentale delle truppe dell’ONU, la loro partenza lascia una situazione di grande instabilità e insicurezza. Sebbene il portavoce del presidente Abigail Valte ha sottolineato che non è stata ancora presa nessuna decisione, l'eventualità che anche le Filippine possano ritirare il proprio contingente dopo che un soldato filippino è rimasto ferito negli scontri, preoccupa il governo israeliano. Gli scontri che stanno da mesi imperversando in Siria, infatti, si sono estesi fino ai confini siriani con Israele. Le truppe di Assad stanno cercando di mantenere il controllo di Quneitra, conquistata giovedì dai ribelli e poi ripresa dalle truppe lealiste, sulle Alture del Golan. Il valico è di fatto l’unico passaggio diretto tra la Siria e Israele e, controllarlo, rappresenta un atto simbolico di forza del regime di Damasco.

Il Ministro degli Affari Esteri israeliano, Yigal Palmor, si dice preoccupato per la decisione del governo austriaco. Israele ha sottolineato: “apprezziamo il contributo di lunga data dell’Austria e l’impegno per il mantenimento della pace in Medio Oriente, ci rammarichiamo tuttavia di questa decisione e spero che non favorirà un'ulteriore escalation nella regione”. L’Austria, infatti, ha fatto parte del Disimpegno degli Osservatori delle Nazioni Unite sull'Altura del Golan insieme alle Filippine, all'India, al Marocco e alla Moldavia fin dall'inizio del 1974.

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