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Putin dice che l’Occidente non può fare a meno del gas russo

“Ciò che sorprende è che i ‘Paesi ostili’ ammettono di non poter fare a meno delle risorse energetiche russe, incluso il gas naturale, per l’Europa il suo sostituto semplicemente non c’è”: sono le parole di Vladimir Putin, riportate dall’agenzia Tass.
A cura di Annalisa Girardi
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La possibilità di imporre un embargo totale al gas russo divide i Paesi europei. Tutti sono al lavoro per la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia, ma alcuni sono più vulnerabili di altri e frenano sulla decisione. Il presidente russo, Vladimir Putin, da parte sua sottolinea che per l'Europa sia impossibile sostituire il gas russo: "Ciò che sorprende è che i ‘Paesi ostili' ammettono di non poter fare a meno delle risorse energetiche russe, incluso il gas naturale, per l'Europa il suo sostituto semplicemente non c'è".  Lo riporta l'agenzia Tass.

"Le conseguenze di un passo simile possono essere molto dolorose, specie per gli iniziatori di una politica del genere", avverte anche Putin. Che poi punta anche il dito contro l'Europa, affermando che fino a poco tempo fa giudicasse l'energia fossile "arcaica e sporca" mentre ora sarebbe pronta ad "abbandonare l'energia verde" e tornare al petrolio per affrontare la crisi energetica. Putin, nonostante la convinzione che l'Europa non stia per tagliare il gas russo, starebbe comunque cercando di ridirigere gli export russi verso un altro mercato, cioè quello asiatico. "Bisogna partire dal principio che il futuro delle forniture verso l'Occidente si ridurrà. Bisogna dunque riorientare le nostre esportazioni verso i mercati del sud e dell'est che crescono rapidamente", afferma il presidente russo. Infine, Putin accusa i Paesi occidentali di non aver più pagato il gas, dopo la richiesta di effettuare le transazioni in rubli.

Secondo il New York Times, l'Unione europea starebbe lavorando a un embargo sul petrolio dalla Russia, nonostante appunto l'opposizione di Paesi come la Germania e l'Italia che temono un'impennata dei prezzi. Secondo fonti Ue, citate dal giornale newyorkese, si tratterebbe di un "bando graduale", simile a quello già adottato per il carbone. Ad ogni modo, i Paesi membri dovrebbero discuterne solo dopo le elezioni francesi del prossimo 24 aprile, in modo che un possibile rialzo dei prezzi non influisca il voto.

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