Putin chiama Obama: colloquio su Ucraina, Isis e Iran. E Berlusconi va al Cremlino
Il presidente russo Vladimir Putin ha telefonato al suo omologo americano Barack Obama per parlare di alcuni dei temi internazionali più caldi, a partire dalla crisi ucraina, che aveva portato Washington a minacciare Mosca di dure sanzioni recentemente, riportando i due paesi al clima della Guerra Fredda. Ma si è discusso anche del pericolo Isis e del programma nucleare iraniano, a 4 giorni dalla scadenza per l’intesa definitiva tra Teheran e i ‘5+1’. Lo ha riferito la Casa Bianca: "Il presidente Obama ha ribadito la necessità per la Russia di rispettare gli impegni assunti con gli accordi di Minsk, compreso il ritiro di tutte le truppe e le attrezzature russe dal territorio ucraino", si legge nella nota. Obama e Putin hanno quindi discusso "della situazione sempre più pericolosa in Siria e hanno sottolineato l'importanza di mantenere l'unità del gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania, ndr) nei negoziati in corso per evitare che l'Iran si doti dell'arma nucleare”.
Putin parlerà a breve anche con Silvio Berlusconi e lo farà di persona. “Mi reco nella Federazione Russa per alcuni giorni per incontrare il Presidente Putin, su suo stesso invito. C’è una situazione di tensione nella politica internazionale tra l’Occidente e la Federazione Russa che si sta sempre più aggravando, con conseguenze sull’economia e sull’occupazione italiana e sulle prospettive di pace” ha annunciato una nota del leader di Forza Italia. “Non posso sottrarmi al dovere di interessarmi di questa situazione perché sono stato proprio io a far stipulare il trattato di Pratica di Mare tra la Nato e la Russia nel 2002, il trattato che ha posto fine alla guerra fredda, e perché – ricorda Berlusconi – sono stato ancora io, come Presidente nel G8, ad adoperarmi affinché fosse firmato nel 2009 l’accordo preliminare per le riduzioni delle armi nucleari nei rispettivi arsenali, al Presidente Obama e al Presidente Dimitri Medveded. Oggi non ricopro nessun ruolo istituzionale ma confido nei buoni rapporti e nella stima di cui mi onorano i principali protagonisti della politica internazionale, per cercare di rendermi utile alla pace e al miglioramento delle relazioni tra l’Europa, gli Stati Uniti e la Federazione Russa”, conclude l’ex presidente del consiglio.