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Punta da una zecca, non riesce più a parlare ed è costretta a licenziarsi: “Pensano che sia ubriaca”

Christine Sinclair, 57enne inglese, ha contratto la malattia di Lyme a causa di una puntura di una zecca nell’estate del 2019. Da allora la sua vita è cambiata: ha dovuto lasciare il suo lavoro di addetta alle chiamate a causa delle enormi difficoltà nel parlare. “È una malattia orribile, mi sento frustrata e triste” ha detto al Mirror.
A cura di Biagio Chiariello
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Da quando è stata punta da una zecca ha fatto un'enorme fatica nel parlare ed è stata costretta a lasciare il suo lavoro come addetta alle chiamate. Christine Sinclair, 57enne di New Forest, Hampshire, ha parlato di come la sua vita è cambiata, in un'intervista al Mirror, dall'estate del 2019. Inizialmente credeva fossero i segni della menopausa, prima che i test mostrassero che aveva la malattia di Lyme.

La donna ora vive con la costante paura che "la gente sospetti che sia ubriaca".

Non sa esattamente quando è stata punta dall'insetto – che si insinua nella pelle di animali e umani per nutrirsi di sangue – ma ha detto che sono comuni nella zona in cui vive. L'Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA) e il Dipartimento per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali stanno attualmente indagando sulla diffusione dell'encefalite da zecche (TBEV).

È stato rilevata per la prima volta in Gran Bretagna, nel Norfolk, nel 2019 e da allora è stato individuata nell'Hampshire/Dorset e nello Yorkshire, dove l'anno scorso è stato confermato il primo caso umano.

Nell'estate del 2019 Christine ha improvvisamente iniziato a notare sintomi debilitanti, come stanchezza, ipertensione, mal di testa e formicolio ai nervi. Ma la cosa peggiore era quel continuo farfugliare. Problema che ha messo a repentaglio il suo lavoro come call center per un'agenzia di vacanze.

Inizialmente il suo medico di famiglia ha sospettato potesse trattarsi di menopausa, prima di indirizzarla da un neurologo.

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La donna è un'appassionata fotografa di paesaggi e va spesso nelle foreste per scattare foto di albe e tramonti. È molto probabile che sia stata punta in una di queste occasioni. Solo diversi mesi dopo – durante il lockdown – ha capito che si trattava della malattia di Lyme.

"È iniziato con la stanchezza e la voglia di fare sonnellini pomeridiani abbastanza frequentemente, poi ho notato che facevo sempre più fatica nel parlare. Non ero in grado di tenere il passo con il lavoro, temevo gli ultimi turni perché facevo fatica a parlare ora dopo ora durante il giorno, e verso la fine della giornata ero costretta ad ammettere la sconfitta e passare le mie chiamate ai colleghi".

Avendo contratto il covid, ha pensato che potessero essere sintomi legati al virus. Ma il linguaggio confuso è un raro sintomo della malattia di Lyme. "I miei test neurologici erano tutti normali, cosa di cui ero grata, ma ho capito subito che il servizio sanitario nazionale non era disposto a unire i puntini e considerare la malattia di Lyme come causa del mio fallimento nel parlare" ha detto.

Da allora Christine ha ricevuto cure sotto forma di antibiotici ed erbe "a fasi alterne" negli ultimi due anni tramite uno specialista a Dublino. "Fisicamente sto molto meglio, ma il mio modo di parlare è ancora un problema e devo affrontare il fatto che potrei semplicemente conviverci", ha ammesso".

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Dopo il lockdown si è resa conto che non poteva continuare il suo lavoro e da allora ha iniziato a soffrire di depressione.

"Mentalmente, provoca un'immensa frustrazione e senso di tristezza, e ho sofferto per quella parte di me che è andata persa. È terribile, sono da sola a casa durante il giorno. Ho perso la fiducia in me stessa".

Christine ha detto che fortunatamente ha un marito "incredibilmente solidale", Dave, 56 anni, e diversi amici, ma si sente come se non fosse "un'ottima compagnia" per loro. "Mi manca la semplice arte di chiacchierare, invece devo costantemente scendere a compromessi su ciò che voglio dire", ha spiegato.

"Questa è una malattia orribile", ha continuato. "Colpisce tutti in modo diverso. Si insinua nel corpo imitando altre malattie. Se non riesci a vedere la tua puntura, come è successo a me, allora potrebbe esserci un ritardo nella diagnosi che rende più difficile le cure" ha concluso la donna.

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