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Psicosi a San Pietroburgo, uomo “vede” i terroristi e dà fuoco a 9 case su 11 del suo paese

Paura e delirio a Lopets, minuscolo villaggio nei pressi della città russa colpita dal recente attentato in metro. L’uomo, in “poderoso stato di ebbrezza” secondo la polizia, poi ha segato un albero con una motosega e isolato il villaggio.
A cura di Giorgio Scura
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Alcol e psicosi possono diventare un mix davvero pericoloso. Un uomo di 56 anni ha dato fuoco all'intero villaggio in cui abitava, nei pressi di San Pietroburgo, nel timore che "banditi e terroristi" vi si fossero nascosti.

Oleg Gerasimov, nel suo delirio – le forze dell'ordine, quando sono riuscite a placarlo, lo hanno trovato in stato di "poderosa ebbrezza" – ha bruciato nove abitazioni (su 11 presenti nel villaggio) a partire dalla propria. Quando, infatti, ha visto arrivare i soccorsi, Gerasimov vi si è scagliato contro con la sua vettura, li ha assaliti con spray al peperoncino e infine, con la motosega, ha abbattuto un abete per isolare il villaggio.

Infine è scomparso nel bosco. In una lettera l'uomo scriveva che a Lopets, il suo villaggio, i banditi "avevano trovato rifugio" e gli altri abitanti "affittavano loro le loro case". Ai poliziotti, ai quali Gerasimov, smaltita parte della sbornia, si è consegnato, ha spiegato che dopo l'attentato di San Pietroburgo la sua teoria è "diventata più chiara" poiché é lampante che "anche i mujaeddin si nascondono a Lopets". Lo riportano diversi media russi.

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