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Proud Boys, l’ex leader neonazista Usa: “Sono terroristi, uccideranno qualcuno”

Abbiamo incontrato a New York un membro dei Proud Boys, “i ragazzi orgogliosi”, organizzazione di soli uomini fondata da Gavin McInnes e classificata negli USA come gruppo d’odio. Frank Meeink, l’ex leader neo-nazista che ispirò il film American History X di Tony Kaye e che ora è impegnato nella lotta alle discriminazioni razziali e contro la brutalità della polizia: “Ho fatto parte di questi gruppi di estrema destra, conosco come ragionano e credo stiano preparando degli attacchi terroristici”.
A cura di Fabrizio Rostelli
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Alcuni giorni fa a Long Island, New York, abbiamo incontrato un membro dei Proud Boys, “i ragazzi orgogliosi”, un’organizzazione di soli uomini fondata da Gavin McInnes e classificata negli USA come gruppo d’odio. Vengono accusati di essere suprematisti bianchi, neonazisti, amanti delle armi e della violenza. Loro si definiscono nazionalisti e sciovinisti occidentali. David Kuriakose, figlio di immigrati indiani, ci ha raccontato la composizione e i valori del gruppo, dipingendo un quadro che tende a normalizzare l’organizzazione: “I Proud Boys erano una specie di scherzo, uno dei nostri amici non aveva una bella vita sentimentale. Quindi fondamentalmente abbiamo detto, invece di stare a casa e su Internet tutto il tempo, devi uscire, devi andare al bar, dove ci sono altre persone, giusto per incontrarle. È così che abbiamo iniziato. Ci incontriamo una volta al mese, beviamo birra, raccontiamo barzellette, poi torniamo a casa. A molte persone nei Proud Boys non piace Trump perché pensano che non abbia mantenuto nessuna delle sue promesse elettorali. Ci chiamano suprematisti bianchi sui media ma come puoi vedere, non sono bianco, e molti dei nostri membri non lo sono. Se ci attaccano ci difendiamo ma diventiamo i mostri che i media ci fanno sembrare”.

In realtà lo stesso Kuriakose è stato coinvolto in un processo nel 2018 in seguito a uno scontro tra i Proud Boys e un gruppo di Antifa, due suoi compagni sono ancora in carcere dopo quel violento episodio. Abbiamo mostrato l’intervista e chiesto un commento a Frank Meeink, l’ex leader neo-nazista che ispirò il film American History X di Tony Kaye. A distanza di anni, Meeink è riuscito a stravolgere la sua vita e ora è impegnato nella lotta alle discriminazioni razziali e contro la brutalità della polizia. “Non possiamo lasciare che questi gruppi mentano e dicano che non sono dei suprematisti bianchi o dei neonazisti, quando lo sono senza dubbio anche se hanno un paio di neri e alcune persone di colore nel loro gruppo – ha dichiarato Meeink – Hanno trasformato il white power in supremazia maschile occidentale, in suprematismo della civiltà occidentale, ma idolatrano le stesse persone del Ku Klux Klan. Ho fatto parte di questi gruppi di estrema destra, conosco come ragionano e credo stiano preparando degli attacchi terroristici”.

Negli ultimi mesi Proud Boys hanno fatto irruzione nel dibattito politico americano, arrivando addirittura a essere un tema di discussione nei confronti televisivi pre-elettorali tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Si sono ritrovati di colpo sotto i riflettori dei media durante le violente proteste organizzate dal Black Lives Matter negli Stati Uniti nei mesi scorsi, in seguito all’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia. I Proud Boys si sarebbero infatti scontrati in diverse occasioni con i militanti del BLM movement e con i gruppi di Antifa negli Stati Uniti. Ha fatto scalpore la dichiarazione di Donald Trump “Stand back, stand by” (state indietro, state fermi), pronunciata in uno degli ultimi confronti pubblici con Joe Biden prima delle elezioni e rivolta proprio ai Proud Boys. Molti l’hanno interpretata come una chiamata alle armi. In pochi hanno indagato le origini e la reale composizione di questa organizzazione che ormai conta migliaia di membri e sedi in tutto il mondo. I loro canali social sono stati censurati e cancellati dalle principali piattaforme digitali, radicalizzando ulteriormente il gruppo. Non è facile incontrarli, ad eccezione del presidente Enrique Tarrio (Presidente anche dei Latinos for Trump in Florida) che sta cavalcando anche economicamente la bolla mediatica.

A distanza di oltre un mese dal voto, che ha sancito la vittoria di Biden, il presidente Trump e i suoi sostenitori non hanno intenzione di mollare la presa. La transizione non sarà facile e proprio i Proud Boys, insieme ad altri gruppi, hanno organizzato una manifestazione a Washington DC il 12 dicembre in supporto a Donald Trump, due giorni prima del voto dei Grandi Elettori che dovrebbe confermare Biden presidente. Il 14 novembre, durante la “Million MAGA March” pro-Trump, ci sono stati violenti scontri tra Antifa, Black Lives Matter, Proud Boys ed altre fazioni di destra; la giornata si è conclusa con 20 arresti e diversi feriti. Tra quest’ultimi c’è anche una giornalista che sostiene di essere stata ferita a un orecchio con un’arma da taglio da un membro dei Proud Boys.

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